Il personale delle ditte impegnate a Canicattì nel servizio di igiene ambientale tornano a lamentare ritardi nei pagamenti degli stipendi anche quando si era alla vigilia della scadenza della mensilità di novembre. Una situazione ricorrente e pesante che più volte è finita all'attenzione del prefetto di Agrigento, Dario Caputo, cui è stato chiesto di fare da osservatore indipendente e garante anche dei diritti delle parti: lavoratori, amministrazione comunale-cittadini nonché ditte che svolgono il servizio cioè Sea-Iseda-Ecoin.
Una catena di cui è difficile comprendere il punto reale di inizio e fine. Gli anelli deboli di questa catena sono da una parte i lavoratori ed i cittadini di Canicattì cui il più delle volte è stato e viene erogato un servizio parziale se non scadente.
Agli estremi di questa catena l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Ettore Di Ventura che liquida ogni mese quanto dovuto alle ditte Sea-Iseda-Ecoin sulla scorta dei report giornalieri dei servizi erogati e le stesse ditte deficitarie di liquidità che puntano ai versamenti comunali per onorare lavoratori e fornitori. L'elemento costante è comunque la lamentela nella tempestività e capienza dei pagamenti. «Siamo in arretrato di due mensilità -dice un lavoratore che chiede di restare nell'anonimato temendo ritorsioni pur avendo fatto parte del sindacato- e per il mese di dicembre c'è il rischio di restare senza stipendio e tredicesima. Una situazione pesante…».
L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.
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