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Gestione del servizio idrico agrigentino: il futuro è nelle mani dei sindaci

Il futuro della gestione del servizio idrico nell'Agrigentino: i tempi stringono. Il 27 settembre alle 16,30 si terrà una votazione storica: i sindaci della provincia di Agrigento dovranno scegliere tra la Società per azioni pubblica e l'Azienda speciale consortile.

E la preferenza verso la costituzione di una Azienda speciale consortile come futuro gestore del servizio idrico esce ulteriormente rafforzata, dopo il seminario di approfondimento organizzato ieri dal direttivo dell'Ati, che ha invitato il professor Calcedonio Li Pomi a delineare le differenze giuridiche ed amministrative tra Azienda speciale consortile e la Spa a capitale pubblico. Incontro al quale non si sono presentati alcuni Comuni tra cui quello di Agrigento.

"Li Pomi - spiegano i rappresentanti del Forum per l'acqua pubblica - nella sua dotta ed efficace dissertazione ha confermato, come da tempo sosteniamo, che entrambe le forme di gestione hanno autonomia gestionale, imprenditoriale, finanziaria e giuridica, sono soggette all'obbligo dell'equilibrio economico-finanziario, al controllo analogo da parte dei consigli comunali, alle stesse norme in materia di assunzione del personale. Necessitano di un capitale di dotazione iniziale e di un solido piano-programma verificabile. Le vere e più importanti differenze rimangono quindi quelle legate alla natura dichiaratamente pubblicista della Azienda speciale consortile, (un ente che ricade nel diritto pubblico e non in quello privato come la Spa potenzialmente scalabile dai privati), e della possibilità di una maggiore partecipazione e controllo democratico da parte dei cittadini e dei lavoratori".

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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