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Santa Margherita, conto alla rovescia per la demolizione di Palazzo Lombardo

Consegnati i lavori di demolizione di Palazzo Lombardo all’impresa aggiudicataria, la Vna, società cooperativa di Raffadali, vincitrice della gara fra le 16 offerte arrivate alla centrale unica di committenza. Per il concreto inizio si attende la disattivazione e rimozione di una conchiglia dell’Enel posta all’angolo della struttura in cemento armato da demolire, su cui passano cavi di alimentazione di media tensione del quartiere San Vito e San Calogero, ma pare che sia questione di qualche giorno e che già entro fine agosto i mezzi possano entrare in azione.

«Già sono stati disattivati e spostati i pali di pubblica illuminazione che insistevano lungo il marciapiede di via Onofrio Abruzzo, su cui prospetta lo scheletro da demolire», spiega il coordinatore per la sicurezza, l’architetto Francesco Graffeo. Palazzo Lombardo andrà giù per ragioni di sicurezza pubblica.

La struttura in cemento armato, senza travi trasversali, ma solo longitudinali, di 7 piani , alto circa 30 metri, concepita con le conoscenze risalenti agli anni '60, è rimasta incompleta a seguito del sisma della notte del gennaio 1968. Dopo lunghi anni Santa Margherita si sta per liberare di questa struttura, avulsa rispetto al contesto in cui si trova.

La Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Agrigento ha così lodato l’intervento: «Il progetto costituisce un importante e coraggioso intervento di eliminazione di strutture avulse dall'armonica struttura costituita dal tessuto del centro storico oltre a rappresentare un raro esempio di rispetto del decoro delle strutture monumentali presenti nelle immediate vicinanze, fra i quali la Palazzata che si affaccia su piazza Matteotti, la Chiesa della Madonna delle Grazie ed il Palazzo Scaminaci».

I lavori di demolizione del Palazzo Lombardo sono stati finanziati dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile per l’importo di circa 422 mila euro «stante l’accertata pericolosità dell’immobile, volta alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità, nonché alla prevenzione dei rischi sul territorio».

L’impresa si è aggiudicata i lavori con ribasso del 35,2040 per cento, per un importo di 194.853,51 euro, comprensivo di 20.898,68 per ulteriori oneri e costi non soggetti a ribasso oltre Iva. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Santa Margherita Belice, Franco Valenti: «Dopo anni di sacrifici e di impegno politico riusciamo a donare alla città la nostra piazza Matteotti finalmente liberata da questo ecomostro che impatta sia sul piano estetico, ma soprattutto sul piano della sicurezza e salute dei cittadini in quanto esiste un problema di carattere strutturale di un possibile crollo».

L’amministrazione ha lavorato alacremente per trovare il finanziamento, impegnando l’ufficio tecnico per la stesura del progetto preliminare e il definitivo. Il lavoro specialistico del progetto esecutivo è stato affidato a tecnici esterni. Progettista e direzione dei lavori l’ingegnere Antonino Di Carlo, coordinatore della sicurezza l’architetto Francesco Graffeo.

Sul progetto di demolizione, attraverso una conferenza di servizio i pareri positivi della Soprintendenza di Agrigento rappresentata dall’architetto Bernardo Agrò, dell’Ufficio del Genio Civile di Agrigento con l’ingegnere Sebastiano Roberto Mistretta e l’Asp che ha reso parere igienico sanitario attraverso il dottore Melchiorre Buscarnera. Il responsabile unico del procedimento è l'ingegnere capo dell'ufficio tecnico di Santa Margherita, Aurelio Lovoy mentre il progetto definitivo era stato redatto dall'architetto Michele Milici.

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