AGRIGENTO. «I grani duri siciliani. Storia, Gastronomia, Antropologia» è il titolo di un convegno organizzato dal Coordinamento delle delegazioni della Sicilia occidentale dell'Accademia italiana della cucina, che si svolgerà il 18 e 19 novembre a Villa Aurea nella Valle dei templi di Agrigento. Il paesaggio del grano costituisce il più antico e riconosciuto volto della storia isolana. Minacciata di abbandono dagli interessi delle multinazionali del cibo, la coltura siciliana del grano dimostra tuttavia una grande vitalità, come testimonia il recente successo dei grani duri. Non solo valori economici e di mercato, dunque, ma attenzione all'ambiente, al paesaggio e alla salute dei consumatori.
Temi di grande attualità che verranno affrontati in due sessioni: dopo Agrigento un altro appuntamento è in programma a Palermo nella primavera del 2017. In entrambi gli incontri l'Accademia ha coinvolto i giovani degli istituti alberghieri e agrari siciliani. Ai primi è dedicato il concorso gastronomico sui prodotti da forno, sulle paste e i dessert; ai secondi viene chiesto di partecipare, in collaborazione con il Consorzio di Ricerca Ballatore e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea-Qce), alla sperimentazione sui cosiddetti «grani perenni».
Sono grani «rivoluzionari» che hanno la caratteristica di spigare di nuovo dopo la raccolta e di andare a seme anche per quattro o cinque anni di seguito, senza dover intervenire di nuovo con la semina e l'aratura con evidenti vantaggi economici, ambientali e nutrizionali. Durante il Convegno verranno consegnate targhe ricordo a due storici costruttori dell'Accademia: Lucio Messina, che per lunghi anni ha diretto la Delegazione di Palermo, e Antonio Ravidà, fondatore e per 10 anni alla guida della Delegazione di Palermo Mondello.
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