AGRIGENTO. «Riaprire i cantieri edili in tutta la provincia oppure sarà la fine del settore». L’allarme è stato lanciato nel corso dei lavori del direttivo provinciale della Fillea, la categoria del settore edile della Cgil agrigentina. Nelle loro relazioni infatti, sia il segretario provinciale Vito Baglio che quello regionale Franco Tarantino, hanno presentato ed analizzato i dati che caratterizzano il settore che evidenziano un numero sempre molto basso di gare fatte nell’ultimo anno e che hanno come diretta conseguenza, proprio la mancata apertura di cantieri edili.
«Lo stato delle costruzioni in provincia di Agrigento è ormai agonizzante - hanno spiegato i sindacalisti Fillea - con una massa salariale ha subito un crollo vertiginoso, è passata da 48milioni di euro del 2008, a 22,6 milioni del 2013. Nello stesso periodo di riferimento i lavoratori attivi censiti passano da 8161 a 3643 con una perdita di 4.518 posti di lavoro, le ore denunciate da 5.156.876 a 2.272.912, mentre le ore di cassa integrazione sono aumentate quasi del 40 per cento da 143.878 a 233.585». Calato anche il numero degli occupati, i permessi per costruire abitazioni, la compravendita di case, e gli importi dei mutui-casa erogati.
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