AGRIGENTO. Cgil e Filctem regionali e di Agrigento chiedono che sia fatta subito chiarezza su quello che sta accadendo all'Italkali con «una regione pronta a svendere la propria quota di maggioranza in una delle poche partecipate in buona salute, che opera peraltro in un settore strategico».
In una nota di Michele Pagliaro e Giuseppe D'Aquila (Cgil e Filctem Sicilia) e di Massimo Raso e Franco Gangemi (Cgil e Filctem Agrigento), è giudicato «incredibile che mentre il governo va caccia di risorse nei tavoli di confronto col sindacato e da mesi parla di tagli e di spending review per cercare di chiudere il bilancio, stia facendo un'operazione di questo tipo», con la quale in virtù di una prelazione che sembra già essere scattata, gli altri soci possono rilevare il 51% delle azioni della Regione per ora al valore nominale di 3 milioni, 0,75 euro per ognuna.
«Abbiamo sempre sostenuto la necessità di porre fine alla stagione della regione imprenditrice - scrivono Cgil e Filctem - ma questo non può avvenire svendendo un'azienda che fattura oltre 80 milioni l'anno e consentendo che a fare il prezzo sia chi ha interesse a sborsare il meno possibile». I quattro esponenti sindacali ricordano che «quando si parlava di vendere alla Salinen il valore in discussione era tra 40 e 60 miloni». Secondo l'ad di Italkali, Francesco Morgante, la partecipazione della Regione è decaduta dal primo gennaio in base alla legge di stabilità del 2014 e decidere il valore delle azioni da liquidare spetta al vertice dei soci. «Tutto ciò ha dell'incredibile - dicono Pagliaro, D'Aquila, Raso e Gangemi -: per anni il sindacato ha parlato di advisor e della necessità di mettere a gara il 51% di un'azienda sana e appetibile. Adesso chiediamo chiarezza e trasparenza sull'operazione».
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