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Tasse, Palma aderisce alla battaglia dell’Anci

La sezione siciliana dell’associazione che raggruppa gli enti locali rileva che «nuovi aumenti di imposte non sono sopportabili»

PALMA DI MONTECHAIRO. “Stop all’aumento delle tasse imposto dall’alto, la gente non ce la fa più a pagare”.
E’ in questo modo che l’amministrazione ed il consiglio comunale di Palma di Montechiaro si pronunciano contro i continui aumenti delle imposte ed il taglio delle risorse per i Comuni. Ieri sera il consiglio comunale, al pari di molti altri enti siciliani, ha votato l’adesione all’azione di protesta voluta dall’Anci Sicilia. Protesta dettata dalla mancanza di risorse anche per assicurare i servizi essenziali ai cittadini.
“Il consiglio comunale, in concomitanza alle assisi di tutta la Sicilia, aderisce – dice il sindaco Pasquale Amato - alla protesta contro un sistema che ha deciso di salvarsi, incapace come è di superare la crisi, perseverando con tassazioni oltre ogni ragionevole misura e rapporto, non rendendosi conto che la comunità ormai è in forte affanno, non può più farcela. Per comprenderlo basta verificare l'andamento calante della percentuale di cittadini che partecipano alla tassazione”.
Secondo il capo dell’esecutivo di Palma di Montechiaro, inoltre, “il metodo di trattenersi con i tagli le risorse, prima di trasferirle, di fatto espone i Comuni al fallimento, visto che i cittadini non possono più dare. Il nostro non è piagnucolare, la stessa Corte dei Conti non può più celare la sproporzione della distribuzione del carico di tassazione e in occasione del giudizio di parificazione del bilancio della Regione Siciliana (3 luglio 2014) la Corte dei Conti - Sezione Sicilia evidenziava – aggiunge il sindaco – ha rilevato il “preoccupante peggioramento della finanza locale, imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale". Da ultimo la Corte dei Conti con la delibera 29 del 2014, ha affermato con chiarezza che alle autonomie locali è stato chiesto "uno sforzo di risanamento non proporzionato all'entità delle risorse gestibili dalle stesse, a vantaggio degli altri comparti amministrativi".

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