CANICATTÌ. C’è qualcosa di poetico, di romantico dietro il progetto di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della tratta ferroviaria Canicattì-Comiso di 119 chilometri che attraversa 12 Comuni e 3 Province. Un investimento di trentacinque milioni di euro che mira a collegare tramite linea ferrata l’aeroporto «Pio La Torre» di Comiso, riducendo i tempi di viaggio e incrementando la puntualità. Si potrà percorrere l’intero tragitto in 1 ora e 40 minuti contro le attuali 2 ore.
Il progetto, che sarà ultimato a fine anno, prevede anche la riapertura della stazione di Serradifalco dopo decenni di abbandono. Il Comune nisseno nell’entroterra della Sicilia, sede della «Strada degli scrittori», ospita il distretto minerario più famoso dell’isola, potenziato, su idea di Confindustria, per dare sviluppo con il rilancio del turismo. Obiettivo possibile intercettando i quindici milioni di passeggeri che transitano dallo scalo ibleo.
L’idea sembra collegata dai racconti di Andrea Cammilleri il quale dichiarò che da Serradifalco prese il via la sua lunga pedalata verso casa, nel corso della Prima Guerra Mondiale, fedelmente riportata nel libro La volata di Calò scritto da Gaetano Savatteri.
Ieri il progetto è stato illustrato nella sua interezza dall’Aula consiliare del Comune di Gela dai vertici della società Rete ferroviaria italiane (Rfi), con il presidente nazionale Dario Lo Bosco, Andrea Cucinotta (direzione investimenti) e Giovanni Di Liberto (direttore lavori dell’opera).
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