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Agrigento, bloccate oltre seimila pratiche di sanatoria

Palazzo dei Giganti

AGRIGENTO. Ufficio tecnico del Comune di Agrigento "inceppato" sulle pratiche di sanatoria edilizia. Lo denuncia il vice presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Di Rosa, candidato a sindaco alle prossime amministrative della primavera del 2015. Al momento non sono state ancora esitate oltre 6.000 pratiche che giacciono da anni sulle scrivanie degli uffici comunali.

"Da questo punto di vista gli uffici non aiutano il percorso di recupero del sommerso - spiega Di Rosa - a causa soprattutto di scelte politiche: in questi anni, infatti, si è andati avanti a progetti di produttività per recuperare l'arretrato senza però mai pensare a iniziative come la creazione di un ufficio sanatorie". C'è poi un altro problema già sollevato in diverse sedi: il Prg, infatti, si fonda su un dato statistico che il tempo ha rivelato potenzialmente non valido: le previsioni per quanto riguarda la popolazione indicavano che nel 2021 gli abitanti sarebbero diventati ben 65mila, generando quindi una richiesta di nuove abitazioni - senza tener conto di quelle però costruite ma non ancora sanate all'epoca - che nei fatti potrebbe rivelarsi ben poco utile.

Di assenza di un piano volumetrico e soprattutto delle sue potenziali conseguenze, si era occupato, alla fine del 2013 il consigliere comunale Mpa Alfonso Vassallo, il quale aveva chiesto un accesso agli atti per conoscere se nelle linee guida per l'attuazione delle prescrizioni esecutive al Prg era stato inserito proprio il piano volumetrico. "Orientare e indirizzare gli agrigentini verso le aree di nuova espansione a scapito del centro storico - disse -, come credo sia nelle intenzioni del sindaco, sarebbe una scelta, sotto tutti i punti di vista, ingiustificata, immotivata e scellerata".

Nel Piano regolatore di Agrigento mancano quindi migliaia di case già costruite ma al momento "invisibili". Immobili realizzati inizialmente in maniera abusiva e successivamente sanate dall'Ente tra il 1987 e il 2012 che in larga parte non sono mai state inserite nel Prg. Eppure a chiedere al Comune di adempiere in tal senso era stata, già nel 2009, la Regione Sicilia, Assessorato Territorio e Ambiente, che, contestualmente al parere che ha reso vigente lo strumento urbanistico precisava: "considerato di non condividere una ulteriore offerta di opportunità localizzative residenziali, in ambito già compromesso da costruzioni abusive. Appare opportuno una preliminare analisi dello stato di fatto ed in specifico della consistenza volumetrica degli edifici e nei nuclei urbanizzati esistenti, i quali dovranno essere computati ove legittimamente autorizzati, nel calcolo degli standard urbanistici".

Insomma, diceva la Regione, ad Agrigento c'è un patrimonio di case abusive importante in parte sanate: queste vanno inserite tra i rilevamenti del Prg - risalenti al 1991 - 1994, per capire quanta della volumetria disponibile per le varie aree della città è stata consumata. Un punto non di poco conto, dato che è solo in base a questo valore che è nei fatti possibile edificare nuove costruzioni, perché rileva quanto dello spazio in una determinata zona è stato occupato e quanto può ancora esserlo".

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