
Un luogo dove respirare. Pensare. Decidere. Ritrovare se stessi, guardando una vallata immersa nella natura, tra necropoli sicane, le rovine di un castello, un fiume che scorre e, tra qualche mese, anche una cascata. Siamo tra Ribera e Caltabellotta, nell’Agrigentino e qui è nato il trentesimo «Gardens of Peace», un unico progetto che sta attraversando l’Europa e che è stato inserito nel dossier di Agrigento Capitale Italiana della Cultura.
Il castello di Poggiodiana, restituito e illuminato da pochi giorni a cura del Parco Valle dei Templi, sembra guardare da lontano questo luogo «di cura» che fino a poche settimane fa era abbandonato. Ora è un belvedere a gradoni dove tre piattaforme in legno di abete invitano al riposo e alla riconnessione con la natura: da qui si abbraccia l’intera vallata del fiume Verdura, al confine tra i due comuni che dividono una storia e un territorio comune.
Nella prossima primavera sarà un giardino colorato: garden designer e giovani architetti hanno cosparso tutto di semi, nasceranno fiori accanto alle piante aromatiche, soprattutto alloro e rosmarino, già messe a dimora. Il Giardino della Pace è un simbolo universale di memoria e resilienza, luogo in cui la bellezza del paesaggio si intreccia con la riflessione e il dialogo. Si chiamerà «Belvedere delle lucertole», prendendo spunto dai rettili che sopravvivono anche in ambienti ostici.
È stato realizzato sotto la guida di Gilbert Fillinger, direttore di Art & Jardins | Hauts-de-France. «Quando sono giunto qui, mi sono reso conto che era un luogo simbolo, storia e natura insieme – spiega – un luogo dove fermarsi e respirare. Lo consegniamo ai giovani». Che già sono arrivati a gruppi, si sono seduti sulle piattaforme, studiano, parlano, si abbracciano in un luogo ignorato anche da tanti cittadini delle due comunità.
Il Belvedere delle lucertole fa parte del progetto europeo «Gardens of Peace», iniziativa che dal 2018 ha dato vita a oltre trenta giardini in luoghi emblematici. È stato progettato da giovani paesaggisti e architetti, che hanno lavorato a stretto contatto con sette studenti del Darch – Corso di Laurea magistrale in Architettura dell’Università di Palermo, guidati da Maria Livia Olivetti e Silvia Cattiodoro: «Una bellissima opportunità data ai nostri ragazzi – hanno spiegato – che hanno sperimentato sul campo progetti studiati finora solo a tavolino, per far rinascere un luogo dimenticato».
Venerdì (26 settembre) la consegna al Demanio (rappresentato da Luigi Micciché) e ai due sindaci. «Le due amministrazioni hanno sposato il progetto collaborando con la Fondazione e individuando un sito straordinario sul confine tra i due territori: da qui parta un messaggio di pace – ha spiegato Matteo Ruvolo, sindaco di Ribera. «Da qui nei prossimi giorni partirà una marcia della Pace, che arriverà al Castello – interviene Biagio Marciante, sindaco di Caltabellotta – qui parlare di fratellanza ha un significato importante e vediamo che i giovani lo hanno compreso prima di tutti».
«La visione di Agrigento2025 è proprio quella della riconnessione alla natura, e questo progetto fa parte del dossier fondamentale – interviene il presidente di Agrigento Capitale, Maria Teresa Cucinotta – Sarà un progetto che resterà su questi territori, da sempre aperti all’accoglienza».
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