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Capitale della cultura, Agrigento spazza le polemiche: «I fatti ci daranno ragione, commissariarci non serve»

Da sin: il direttore generale della Fondazione Agrigento capitale italiana della cultura 2025 Roberto Albergoni, il sindaco di Agrigento Francesco Micciche’, l'assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, l'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Agrigento Costantino Ciulla, durante la presentazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, presso la sede della Stampa Estera a Roma, 14 gennaio 2025. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Le polemiche sono roventi, quasi come il solleone quando d’estate infuoca la valle dei Templi. Ma proprio come i tesori archeologici di Agrigento, patrimonio Unesco dal 1997, resistono alle avversità da millenni, anche gli organizzatori della grande macchina della Capitale italiana della Cultura 2025 vanno avanti dritti per la loro strada, senza farsi scalfire da veleni, discussioni, prese in giro e assenze.

L’aria è comprensibilmente tesa all’inizio della conferenza a Roma per presentare il programma, alla quale non sono intervenuti né il previsto governatore della Sicilia Renato Schifani, che ha delegato il suo assessore Francesco Paolo Scarpinato, né il ministro della Cultura Alessandro Giuli che però non risultava tra i presenti e non ha partecipato nemmeno alla cerimonia di chiusura e al passaggio di consegne con Pesaro 2024. Ma a rispondere un pò a nome di tutti, appena arrivato nella sede della stampa estera a Palazzo Grazioli, pensa il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè.

«Vi sentite soli? Abbandonati?». «Assolutamente no. Mi dispiace - dice - ma noi andiamo avanti, siamo ben felici di andare avanti e sicuramente i fatti ci daranno ragione e penso che saremo di nuovo tutti assieme».

I cartelli sgrammaticati

Per quanto riguarda i cartelli «sgrammaticati» relativi ai luoghi di Pirandello - ribadisce Miccichè - «noi non ne sapevamo niente, è un’impresa incaricata dall’Anas che sta facendo un restyling della segnaletica verticale, ripeto non siamo mai stai interpellati... Questa ditta ha commesso questi errori, questi gravi errori. L’immagine di Agrigento ne ha pagato le conseguenze, ma ripeto, non sapevamo niente di niente».

Le infiltrazioni al teatro Pirandello

Quanto alle infiltrazioni nel teatro Pirandello che ospiterà il 18 gennaio l’inaugurazione ufficiale con il capo dello Stato Sergio Mattarella, la risposta è secca: «Assolutamente no, è un problema già noto, tanto è vero che ci sta lavorando una squadra di edilizia acrobatica dalla scorsa settimana e che finiscono tra oggi e domani proprio in previsione della presenza del capo dello Stato. Cosa è successo di tecnico non lo so, però è comprensibile perché se c’è un cantiere aperto... poteva succedere. Io ero a Pesaro e non ho potuto seguire bene».

E precisa: «Sono due cose che non c’entrano con il 2025 e con la capitale della Cultura... Per i cartelli ha sbagliato un’impresa per Anas e al Pirandello c’è un cantiere aperto perché stanno ripristinando il soffitto».

L'ipotesi commissario

Miccichè parla anche dell’ipotesi commissariamento, ventilata da alcuni. «L’ho letto anche io... Io rispetto chi sta sopra di me, ma penso che non ne abbiamo bisogno» dice. «È già da un anno che lavoriamo - spiega - e siamo in dirittura d’arrivo. Sabato inauguriamo ufficialmente con il presidente Sergio Mattarella e penso che non ne abbiamo bisogno».

A condurre la cerimonia al Pirandello e trasmessa in diretta su Rai1 assieme alla vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia ci sarà Beppe Convertini che stempera il clima dicendo: «Ho visto ora il meteo, sabato non pioverà. Quindi non si pone il problema. Tutte queste piccole questioni che sono sbucate, come è classico che accada in tutte le cose che si fanno in Italia, c’è sempre qualcuno che deve dire qualcosa di negativo... Allora viva Agrigento Capitale della Cultura, viva la Sicilia e viva l’Italia che è un Paese merviglioso».

L'assenza di Schifani a Roma

Tornando al fatto che il governatore Schifani sia a Roma ma non partecipi alla presentazione, Miccichè spiega: «Non ho avuto un’interlocuzione diretta e non so darvi risposta. Però ha delegato il suo assessore e quindi c’è una presenza della Regione siciliana e non ci sentiamo abbandonati. Devo dire che il presidente Schifani è sempre stato vicino a noi e si è sempre interessato del nostro territorio». Sul punto interviene anche l’assessore Scarpinato: «Il presidente della Regione non può essere in ogni dove, ci sono milioni di emergenze e lui da grande politico - ricordo a me stesso e a tutti presidente del Senato e grande politico lungimirante - non può essere ovunque e proprio per questo si avvale dei suoi assessori».

Le reazioni

Sull’assenza «ingiustificata» di Giuli e Schifani «tutti e due a Roma» punta il dito Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera: «I governi nazionale e regionale non si sono minimamente occupati dell’organizzazione dell’evento. Hanno lasciato che si accumulassero un disastro dopo l’altro. Adesso si accorgono dello sfacelo e decidono di prendere le distanze.

Preoccupata la deputata M5s Ida Carmina: «Occorre coinvolgere tutte le migliori anime della città, non lasciando nessuno indietro in base a logiche di parte o appartenenza. Perché solo uniti si vince. Agrigento non è una torta da spartire, ma una magnifica città da far risplendere».

Nella foto da sinistra il direttore generale della Fondazione Agrigento capitale italiana della cultura 2025 Roberto Albergoni, il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, l'assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, l'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Agrigento Costantino Ciulla, durante la presentazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, presso la sede della Stampa Estera a Roma 

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