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Gli scavi alla Villa Romana di Realmonte: cantiere aperto al pubblico, occasione di formazione per i giovani

Parteciperanno alla campagna ricercatori del progetto Pnrr Changes, allievi della Scuola di specializzazione e studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia. Troveranno alloggio presso alcune strutture pubbliche, grazie al supporto del Comune

Sarà un'occasione di formazione per gli studenti che vi partecipano la prima campagna di scavi alla Villa Romana di contrada Durrueli, a Realmonte, condotta dalla Scuola di specializzazione in beni archeologici e dagli istituti di Scienze del patrimonio culturale (sede secondaria di Catania) e di Studi sul Mediterraneo antico di Napoli, e dal Parco Archeologico della Valle dei Templi, diretto da Roberto Sciarratta. L'annuncio dell'inizio della campagna è stato dato ieri dall'Università di Catania e oggi ne parla diffusamente una nota del Parco archeologico agrigentino.

Il team multidisciplinare attualmente all’opera è guidato da Daniele Malfitana, ordinario di metodologia della ricerca archeologica e direttore della Scuola di specializzazione in beni archeologici dell’ateneo catanese, e da Maria Serena Rizzo, funzionaria archeologa del parco agrigentino. Ne fanno parte anche Antonino Mazzaglia (Cnr-Ispc, Catania) e Stefania Pafumi (Ismed, Napoli). Coinvolti giovani ricercatori del progetto Pnrr Changes, oltre venti allievi della Scuola di specializzazione in Archeologia e studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia, che troveranno alloggio presso alcune strutture pubbliche, grazie alla disponibilità e al supporto logistico del Comune di Realmonte guidato dal sindaco Sabrina Lattuca.

La campagna costituirà, al tempo stesso, un momento di conoscenza del complesso residenziale da parte delle comunità che vi gravitano attorno. Sarà assicurato infatti il coinvolgimento della città di Realmonte e della stessa comunità di turisti che nei mesi estivi affollano la zona. L'obiettivo è fare visitare al pubblico il cantiere di scavo. In tal modo, sottolinea il Parco, «la ripresa delle indagini archeologiche potrà costituire la premessa di un programma di valorizzazione del territorio che unisca alle bellezze naturali la conoscenza di straordinari contesti culturali, la cui fruizione è sempre rimasta fino ad oggi ai margini».

La Villa romana, che sorge a pochi chilometri da Agrigento, rappresenta un contesto archeologico straordinario delimitato a sud dal litorale marino, e ad est da ciò che resta del fiume Cottone. Fu scoperta nel 1907, durante i lavori per la costruzione dei binari ferroviari, ed esplorata parzialmente da Antonino Salinas. Furono allora messi in luce sei ambienti con pavimenti a mosaico. Le indagini nella villa ripresero soltanto nel 1979 con un’équipe dell’Università di Tsukuba (Giappone) sotto la direzione di Masanori Aoyagi, che in più campagne, tra il 1979 e il 1983, riuscì a mettere in luce il peristilio circondato da un ambulacro coperto, alcuni ambienti nel settore meridionale, due settori termali e un lungo muraglione parallelo alla linea di costa, già parzialmente indagato da Salinas e interpretato come muro di contenimento dell’intera area in forte pendenza Nord/Sud.

«L’obiettivo dell’attuale campagna di indagini è quello di chiarire natura, struttura e funzioni della villa - prosegue la nota -. Le indagini stratigrafiche messe in cantiere in alcuni settori del complesso residenziale serviranno a definire aspetti finora poco chiari della struttura sorta a pochi passi dal mare e dalla meravigliosa Scala dei Turchi».

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