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Festa di San Calogero ad Agrigento: il coronavirus ferma riti e processioni

«San Calò nun ni voli dannu!». Lo hanno ripetuto, e anche con insistenza in queste settimane, gli agrigentini più devoti. Gli stessi - ma anche tutte le migliaia di persone che tradizionalmente, fede o non fede, si sono sempre riversati su Agrigento - che quest'anno dalla prima alla seconda domenica di luglio non potranno festeggiarlo. Non nella maniera tradizionale almeno. Perché la festa del compatrono di Agrigento - veramente sempre molto sentita - è l'apoteosi dell'assembramento.

Bagno di folla quando il santo nero esce dalla chiesa, ma anche durante le processioni. E frotte di agrigentini e non solo anche in occasione della «tradizionale» fiera, nonché di tutti gli eventi collaterali. Il Coronavirus - così come aveva già fermato l'edizione 2020 del Mandorlo in fiore - fermerà anche riti e festeggiamenti in onore di San Calogero.

Nessun fedele potrà urlare al cielo, scatenando applausi e commozione, «Evviva San Calò». Nessuno potrà avvicinarsi repentinamente alla statua del santo e, scalandola, abbracciarla e baciarla. Non ci saranno appunto bancarelle, né fiere e nemmeno «maschiate» o fuochi d'artificio.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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