AGRIGENTO. La Sagra del mandorlo in fiore ha già ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dei Beni culturali. Il Comune ed il distretto turistico hanno però chiesto di riconoscere la Sagra quale «bene immateriale» dell'Unesco.
L'obiettivo è uno soltanto: storicizzare l'evento e metterlo in relazione con le attuali strategie dell'Unesco. E se così fosse alla Sagra verrebbero forniti "i supporti e gli apparati culturali necessari per contrastarne una eccessiva quanto banalizzante turisticità". È stato già fatto uno studio che è stato presentato - dal Comune di Agrigento e dal distretto turistico - a corredo dell'istanza.
«Tra i beni di tradizione sicuramente meritevoli di ricerche sistematiche sono state momentaneamente individuate: il festival del mandorlo in fiore, i saperi e le pratiche di dolceria monastica del convento di Santo Spirito, i luoghi della memoria festiva legati al pellegrinaggio del santo Crocifisso presso la chiesa di San Nicola, le tradizioni costruttive e i repertori dei pupari" - hanno scritto Comune ed distretto turistico - . Ma è, naturalmente, sulla Sagra del mandorlo in fiore che si vuol puntare, soprattutto, l'attenzione».
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