Non si fermano le ricerche di Marianna Bello, la donna di 38 anni dispersa dopo l’alluvione che l’1 ottobre ha colpito Favara. Il violento nubifragio ha trasformato il vallone Cicchillo in un torrente di fango e detriti, travolgendo la donna e trascinando via tutto ciò che si trovava lungo il percorso. Nel pomeriggio è stata ritrovata la sua giacca all'altezza del depuratore: secondo i familiari non ci sarebbero dubbi sul fatto che l'indumento sia quello che la donna indossava la mattina della scomparsa. Da giorni la Protezione civile regionale, a supporto ai Vigili del fuoco, è impegnata sul campo con decine di uomini e mezzi. Le operazioni proseguono su più fronti: oggi (5 ottobre) le squadre hanno svuotato i bacini formatisi a monte e a valle delle briglie del vallone, per consentire le verifiche negli accumuli d’acqua. In parallelo sono state effettuate ispezioni visive lungo l’intero tracciato del vallone, anche con l’ausilio di idrovore, torri faro e mezzi meccanici. Alle attività hanno partecipato diverse organizzazioni di volontariato attivate dal Dipartimento regionale della Protezione civile: i Falchi di Palma di Montechiaro, la Procivis di Licata, l’ODV di Ribera e la guardia costiera di Licata. A loro si è aggiunta una squadra della Provincia di Agrigento, impegnata nel coordinamento e nel supporto logistico. Le ricerche proseguono senza interruzioni in un contesto reso difficile dal terreno fangoso e dai ristagni d’acqua. L’obiettivo è setacciare metro dopo metro il vallone e le aree circostanti nella speranza di ritrovare ogni possibile traccia della donna scomparsa. Nei giorni scorsi, durante un sopralluogo in aperta campagna, era stata rinvenuta una scarpa che, secondo i familiari, apparterrebbe a Marianna Bello: il ritrovamento, avvenuto in una zona fitta di canneti non lontano dal depuratore comunale, ha orientato le ricerche verso la zona in cui sono entrati in azione escavatori e unità specializzate.