
La figlia, una neonata, le era scivolata dalle braccia quando la «carretta» ha iniziato ad imbarcare acqua. Il marito, che non sapeva nuotare, lo aveva visto finire in mare e perdersi fra le onde. Fino alla tarda serata di ieri, la giovane donna somala sperava che almeno il suo compagno di vita si fosse salvato, che potesse essere stato soccorso da qualcuno. La conferma a quello che temeva è arrivata quando i poliziotti le hanno iniziato a mostrare le foto delle 23 vittime del doppio naufragio di mercoledì scorso. La somala ha riconosciuto la figlioletta e il marito ed ha avuto un mancamento.
Sotto choc anche un uomo, pure lui della Somalia, che ha riconosciuto la cugina adolescente e il ragazzino, di 14 o 15 anni, che fra quelle foto ha ritrovato il volto del fratello. Scoppiato in lacrime, il ragazzo non ha saputo nemmeno riferire l’età del congiunto. «Non è possibile, non è possibile, non è possibile!»: non ha fatto altro che ripetere, quasi all’infinito, questa frase.
Lo straziante iter di riconoscimento dei cadaveri, che va ancora avanti, ha permesso all’adolescente egiziano superstite di identificare lo zio e il nipote di sua zia. I tre avevano lasciato il loro Paese d’origine e per mesi, in attesa di tentare di raggiungere la Francia, erano stati prigionieri in Libia. Stessa sorte di un altro giovane egiziano che ha riconosciuto l’amico con il quale aveva iniziato il viaggio. Un altro dei minori non accompagnati (complessivamente 21 quelli che sono scampati al naufragio) ha riconosciuto il nipote. Non appena ha visto la foto, il ragazzino ha abbassato lo sguardo e non ha più detto una parola, non riuscendo neanche a rispondere alle domande dei poliziotti rivolte dai mediatori culturali. Una somala ha confermato, dandogli nome e cognome, che una delle vittime era suo cugino. Una ragazzina superstite ha chiesto, e ottenuto, di non fare alcun riconoscimento: non se l’è sentita. Ha perso dei familiari, è sola all’hotspot, ma non è riuscita a trovare il coraggio per guardare le immagini ed eventualmente riconoscere i congiunti.
Bloccati 8 egiziani
Otto egiziani sono stati bloccati dai carabinieri, durante la notte, subito dopo l’approdo a Cala Croce a Lampedusa. I migranti, fra cui 3 minori, hanno detto d’essere partiti ieri pomeriggio da Zuwara (Libia) e che il viaggio, dal Paese d’origine, è costato complessivamente 6.700 euro. La barca di 10 metri che hanno utilizzato per la traversata verrà sequestrata e portata al porto. Tutti sono stati portati all’hotspot da dove, in serata, 259 ospiti verranno imbarcati sul traghetto Las Palmas (lo stesso su cui verranno imbarcate le 11 bare) che giungerà all’alba di domani a Porto Empedocle. I 210 migranti adulti andranno all’hub di Catania, 35 minori non accompagnati a Castelvetrano (Trapani) e altri minori soli resteranno in varie comunità di Agrigento.
Le sepolture
Verranno, invece, imbarcate sul traghetto di linea di questa sera le 11 salme del doppio naufragio verificatosi mercoledì a 14 miglia da Lampedusa. Sulla maggiore delle isole Pelagie sono giunti, con la motonave salpata ieri sera da Porto Empedocle, i camion che potranno trasportare i feretri. Le bare giungeranno a Porto Empedocle quindi all’alba di domani e verranno trasferite nei cimiteri di Canicattì, Palma di Montechiaro, Grotte, Castrofilippo e Campobello di Licata i cui sindaci hanno dato, alla Prefettura di Agrigento, disponibilità di loculi per il seppellimento.
Caricamento commenti
Commenta la notizia