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Canicattì, definitive le 3 condanne per estorsione del gruppo vicino alla Stidda:

Un terreno di 12 mila euro per «saldare» un debito di droga di un sesto del valore: la cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso della difesa, ha reso definitive tre condanne, per l’accusa di estorsione, ai danni di un gruppo vicino alla Stidda. Gli imputati erano Antonino Chiazza, 54 anni, condannato nei mesi scorsi a 29 anni di carcere con l’accusa di essere stato il capo del clan contrapposto a Cosa nostra; Michele Amato, 49 anni, e Antonio Chiazza, 38 anni; tutti di Canicattì.

Quattro anni e quattro mesi sono stati inflitti ad Amato, 3 anni ad Antonino Chiazza e 2 anni ad Antonio Chiazza. La vicenda si incrocia, in parte, con l’inchiesta «Xydi» che il 2 febbraio del 2021 ha fatto scattare 23 fermi nei confronti dei presunti componenti del mandamento mafioso che sarebbero stati legati al boss Matteo Messina Denaro e negli anni successivi ha portato a diverse condanne. Il più grande dei Chiazza e Amato, secondo la ricostruzione dell’episodio, che risale al 2019, avrebbero preteso la cessione gratuita di un terreno di Camastra del valore di 12 mila euro per compensare un debito di appena un sesto del valore.

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