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Il blitz antidroga a Villaseta e Porto Empedocle, gli indagati restano in carcere

Fermo non convalidato per mancanza del pericolo di fuga e custodia in carcere per tutti: il gip di Agrigento, Giuseppa Zampino, dopo gli interrogatori di sabato mattina, ha emesso il provvedimento con cui, di fatto, conferma il quadro cautelare e trasmette gli atti al tribunale di Palermo, competente per reati di mafia, che emetterà una nuova ordinanza entro 20 giorni.

L’operazione è quella che ha sgominato le famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle, che negli ultimi due anni hanno seminato il panico con attentati, intimidazioni e pestaggi con la finalità di conquistare, secondo le accuse, il monopolio dei traffici di droga. I fermati sono: James Burgio, 33 anni; Pietro Capraro, 39 anni; Salvatore Carlino, 34 anni; Antonio Crapa, 54 anni; Stefano Fragapane, 33 anni; Vincenzo Iacono, 48 anni; Gaetano Licata, 41 anni; Salvatore Lombardo, 35 anni; Agostino Marrali, 29 anni; Salvatore Prestia, 44 anni; Simone Sciortino, 23 anni; Cristian Terrana, 31 anni e Alessandro Trupia, 35 anni. Capraro, Licata, Burgio e Carlino erano già in carcere e non sono stati sottoposti a interrogatorio. Sciortino è stato fermato a Caltanissetta e il gip Santi Bologna ha emesso un’ordinanza in carcere nella giornata di sabato. Per gli altri il gip di Agrigento, dopo gli interrogatori, nei quali gli indagati (assistiti dagli avvocati Salvatore Cusumano, Salvatore Pennica, Davide Casà e Antonino Gaziano) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ha disposto il carcere. ll nuovo segmento di indagine - per i primi due la Dda ha già chiesto 54 rinvii a giudizio - ha come personaggio principale James Burgio: il sequestro di un cellulare nel carcere di Augusta dove era detenuto ha consentito di accertare che, per almeno un anno, avrebbe diretto l’organizzazione chiamando indisturbato e mandando messaggi agli altri gregari.

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