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Ucciso a 17 anni per un furto, imprenditore di Racalmuto condannato a 20 anni

La vicenda è rimasta a lungo un giallo irrisolto, fino al coinvolgimento di Franco Abramo che ha sempre negato ogni responsabilità

Antonio Morgana, la vittima

Antonio Morgana fu ucciso a 17 anni perchè, insieme ad alcuni coetanei, aveva rubato in una casa di campagna: il caso dopo oltre dieci anni, secondo i giudici, è adesso risolto. La corte di assise di Agrigento, presieduta da Giuseppe Miceli, ha condannato a 20 anni di reclusione l’unico imputato: il settantenne Calogero Pietro Falco Abramo di Racalmuto. L’uomo, secondo quanto riconosciuto dai giudici, avrebbe sparato all’indirizzo di un gruppo di adolescenti sospettati di avere messo a segno un furto nella sua abitazione di contrada Ciotta, a Palma.

I pubblici ministeri Alessia Battaglia e Gaspare Bentivegna avevano chiesto la condanna a 28 anni. La vicenda è rimasta a lungo un giallo irrisolto. L’inchiesta, dopo un abbaglio iniziale che aveva portato al fermo di un sessantenne poi del tutto scagionato, era rimasta per anni su un binario morto prima del coinvolgimento di Falco Abramo, rimasto sempre in libertà e adesso condannato per omicidio volontario. Tanti gli elementi che, secondo i giudici, hanno provato la responsabilità dell’uomo a partire dal fatto che, subito dopo l’omicidio, avrebbe fatto sparire le armi e lasciato quella casa. L’imputato, rilasciando dichiarazioni in aula, ha negato qualsiasi responsabilità dicendo che la sua vita è stata rovinata da queste accuse.

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