
Due condanne a 25 anni e una terza a 20 anni di reclusione, gli altri dodici imputati sono stati assolti. I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento ridimensionano gran parte dell’impianto accusatorio del processo scaturito dall’inchiesta sul più grosso sequestro di cocaina mai avvenuto in Italia. L’operazione della guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, scattò il 19 luglio del 2023: i militari bloccarono uno scambio di 5 tonnellate di cocaina fra la motonave Plutus e il peschereccio Ferdinando di Aragona seguendo una rotta che da Santo Domingo si era conclusa a Porto Empedocle.
La droga, secondo le stime degli inquirenti, avrebbe potuto fruttare un miliardo di euro. Sotto accusa, davanti al collegio di giudici presieduto da Alfonso Malato, i membri dei due equipaggi, di nazionalità albanese, russa, tunisina, azera e ucraina, accusati di avere fatto parte di un’organizzazione criminale che riforniva gran parte del mercato italiano della droga. Il pm Federica La Chioma aveva chiesto la condanna di tutti. Per due imputati era stata proposta la condanna a 30 anni. Per altri due erano stati proposti 20 anni, per 5 imputati 15 anni e per 6 di loro 12 anni. I giudici hanno accolto gran parte delle tesi dei difensori, (fra cui gli avvocati Leonardo Marino, Rosa Geraci, Riccardo Lo Bue, Marco Scudo e Giancarlo Liberati) e hanno ritenuto che dodici imputati fossero stati minacciati dagli altri imputati che gli avrebbero pure tolto il telefono. Altri cinque imputati sono stati condannati nel troncone abbreviato.
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