Incidenti sul lavoro, c’è un indagato per la morte di Samuel Scacciaferro
Sarà eseguita domani mattina l’autopsia, all’obitorio dell’Istituto di medicina legale del Policlinico, sulla salma di Giovanni Sanfilippo, l’operaio di 60 anni morto folgorato in una cabina di media tensione in via Mercè a Ficarazzi. L’operaio stava realizzando lavori di muratura per conto terzi. La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per capire se nell’evento ci siano responsabilità colpose. Sarà l’esame autoptico a stabilire le cause del decesso. L’incidente è avvenuto nell’area della ditta immobiliare Giulio Cesare, dove ci sono diverse imprese di trasporto. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Bagheria, guidati dal maggiore Pietro Calabrò. La cabina, all’interno dell’azienda, è stata sequestrata per gli accertamenti del caso. La famiglia di Sanfilippo, chiede giustizia e ha nominato il legale di fiducia Teresa Re del foro di Termini Imerese. Intanto, per la morte di Samuel Scacciaferro, l’operaio ventiseienne di Caccamo, folgorato martedì scorso nel cantiere dell’impianto fotovoltaico di Menfi, in contrada Genovese, c’è già un indagato per omicidio colposo. Si tratta del datore di lavoro della vittima, Marco Pulitano, rappresentante della Energy Time Spa di Campobasso che, per conto della multinazionale spagnola X- Elio, sta costruendo l’impianto fotovoltaico. Il dirigente è difeso dal legale Fabrizio Di Paola del foro di Sciacca. Nell’informazione di garanzia emessa dalla Procura di Sciacca, per il reato di omicidio colposo causato dall’inosservanza di norme in materia di sicurezza sul lavoro, figurano come parti offese i genitori e il fratello della vittima, assistiti dall’avvocato Giuseppe Canzone del foro di Termini. Si attende che venga eseguita l’autopsia sulla salma di Samuel Scacciaferro per stabilire le cause della sua morte. «Samuel aveva un contratto a termine - ha detto il legale dell’operaio morto a Menfi, Giuseppe Canzone - e il giorno prima aveva chiamato felice la mamma perché qualcuno dell’azienda lo aveva elogiato dicendogli che avrebbe avuto un nuovo contratto». «Alla famiglia - dichiara il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo - va la nostra solidarietà, le condoglianze, la vicinanza nella richiesta di verità e giustizia. A quanti invece sono indifferenti o complici di questo sistema, e che adesso piangono lacrime di ipocrisia, tutto il nostro disprezzo». «È operaicidio, non si può continuare a parlare di morti bianche o di infortuni - dicono Fillea Cgil e Cgil Palermo sugli ultimi morti sul lavoro -. Pronti a partire con le nostre iniziative condivise con i familiari delle vittime». «Continueremo con azioni di rivendicazione, non escludendo raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare - annuncia il segretario generale Fillea Cgil Piero Ceraulo -. Una su tutte è il riconoscimento dei familiari come vittime del dovere, equiparate ai morti per mano mafiosa o alle vittime di femminicidio, una proposta che da tempo stiamo elaborando assieme a quella di una Procura speciale che si occupa di infortuno sul lavoro. «In questi giorni solo in Sicilia sono morti tre operai. Ogni giorno sembra un bollettino di guerra - dice Monica Garofalo, presidente dell’associazione delle familiari delle vittime sul lavoro edile -. L’associazione è già pronta a cogliere le istanze dei familiari e a dare un supporto immediato». «Non possiamo più sopportare questa scia di sangue che nei nostri territori di Palermo e Trapani sta aumentando vertiginosamente», ammoniscono Federica Badami, segretaria generale Cisl Palermo Trapani, e il segretario generale Filca Cisl Francesco Danese.