
Due inquietanti episodi di intimidazione si sono registrati ad Agrigento e Porto Empedocle. Nel dettaglio, al Villaggio Mosè, due cartucce di pistola inesplose sono state rinvenute sul parabrezza di un’automobile parcheggiata in una via Rione. Il veicolo è di proprietà di un quarantacinquenne disoccupato agrigentino. A scoprire le munizioni è stato proprio l’uomo, che ha immediatamente avvisato i carabinieri.
I militari dell’arma, giunti sul posto, hanno effettuato i primi rilievi e avviato le indagini. Il rinvenimento delle cartucce, posizionate con evidenza sul parabrezza dell’auto, è stato interpretato sin da subito come un chiaro messaggio intimidatorio. Non è escluso che si tratti di un avvertimento legato a dinamiche ancora da chiarire. I carabinieri hanno ascoltato l’uomo, cercando di ricostruire i suoi recenti contatti e relazioni, e sono al lavoro per verificare l’eventuale presenza di telecamere di videosorveglianza attive nella zona, nella speranza che qualche immagine possa aver immortalato chi ha lasciato le cartucce.
La Procura della Repubblica di Agrigento, subito informata dell’accaduto, ha aperto un fascicolo contro ignoti per minacce aggravate. Al momento non risultano indagati, ma l’attività investigativa prosegue serrata per risalire agli autori del gesto e capirne la matrice.
Quello delle cartucce non è stato l’unico episodio preoccupante avvenuto nelle ultime ore nel territorio agrigentino. A Porto Empedocle, qualcuno di notte ha esploso numerosi colpi d’arma da fuoco contro le saracinesche di un panificio situato in via Gramsci. Alcuni dei proiettili hanno colpito anche due automobili parcheggiate accanto all’attività commerciale.
L’episodio ha provocato un forte allarme tra i residenti, svegliati di soprassalto dal rumore degli spari. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Agrigento, che hanno eseguito i rilievi balistici e acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, con l’obiettivo di identificare gli autori dell’intimidazione.
Anche in questo caso la matrice appare chiaramente intimidatoria. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere le motivazioni che possono aver spinto qualcuno a prendere di mira l’attività. Il titolare del panificio non è un nome sconosciuto alle forze dell’ordine. In passato è stato arrestato e ha scontato una condanna per tentato omicidio, avvenuto anni fa, ai danni di un altro panettiere empedoclino. All’origine del gesto, secondo quanto emerso allora dalle indagini, c’erano dissidi legati al prezzo del pane.
Un elemento che non viene trascurato dagli investigatori, che ora cercano di capire se l’attuale episodio sia riconducibile a vecchie ruggini mai sopite, a dinamiche criminali locali, o ad altri contesti ancora da esplorare. L’uomo è stato ascoltato dagli inquirenti che mantengono uno stretto riserbo sull’esito dell’interrogatorio. Anche in questo caso, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti.
Due episodi distinti, ma avvenuti a poche ore di distanza e nello stesso comprensorio provinciale, che gettano un’ombra inquietante sul territorio e aprono interrogativi su un possibile clima di tensione crescente. Resta da chiarire se ci sia un collegamento tra i due fatti oppure se si tratti di episodi autonomi. Le indagini sono in corso e non si esclude alcuna pista. Le prossime ore potrebbero essere decisive per dare una prima svolta alle indagini. (*PAPI*)

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