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Tangenti per truccare gli appalti ad Agrigento, indagato ex assessore regionale Roberto Di Mauro

Il capo dei pm Giovanni Di Leo e il sostituto Rita Barbieri gli contestano di avere «promosso e diretto», insieme all’architetto Sebastiano Alesci, dirigente dell’Utc di Licata, un’organizzazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti e alla corruzione

Roberto Di Mauro

Il quattordicesimo indagato dell’inchiesta della procura di Agrigento su un giro di tangenti legate all’assegnazione di appalti pubblici è il deputato regionale Roberto Di Mauro. Il nome dell’ex assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, nei primi atti notificati alle parti, era stato coperto da un omissis.

Il capo dei pm Giovanni Di Leo e il sostituto Rita Barbieri gli contestano di avere «promosso e diretto», insieme all’architetto Sebastiano Alesci, dirigente dell’Utc di Licata, un’organizzazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti e alla corruzione. Fra le accuse - contestate in concorso con il suo segretario particolare Giovanni Campagna, l’imprenditore e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi e con lo stesso Alesci - quelle legate all’appalto di oltre 37 milioni di euro relativo al rifacimento della rete idrica di Agrigento. Contestualmente alle perquisizioni cinque indagati sono stati arrestati in flagranza di reato dalla squadra mobile. Il solo Alesci è stato rimesso in libertà dopo che la procura di Gela (competente perchè è stato fermato a Butera) non ha chiesto la convalida.

 

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