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Droga, armi ed estorsioni: cinque a giudizio ad Agrigento, fra loro il boss Massimino e il nipote

L’indagine, condotta dai carabinieri, nasce dal ritrovamento, nel febbraio del 2019, di un mini arsenale

Antonio Massimino

Il gup del tribunale di Agrigento Iacopo Mazzullo ha rinviato a giudizio, accogliendo la richiesta della procura, il boss agrigentino Antonio Massimino (nella foto), il nipote Gerlando Massimino e altri tre considerati «fedelissimi», Gabriele Miccichè, Marco Caruana e Giovanni Tedesco. L’inchiesta ipotizza un giro di stupefacenti, armi ed estorsioni. Il processo andrà alla prima sezione penale del tribunale di Agrigento, la corte sarà presieduta dal giudice Alfonso Malato. La prima udienza è stata fissata per il 21 ottobre.

L’indagine, condotta dai carabinieri, nasce dal ritrovamento, nel febbraio del 2019, di un mini arsenale nella villa del boss Massimino. Per questi fatti furono arrestati lui ed il nipote. L’inchiesta però si è allargata, anche con l’uso di intercettazioni, e la procura ha chiuso il cerchio contestando anche un vasto traffico di droga e una estorsione. In particolare, ai Massimino e a Miccichè viene contestato il trasporto di oltre un etto di cocaina che sarebbe stato commissionato dal pizzaiolo Marco Caruana. Quest’ultimo, che ha già patteggiato una condanna a 2 anni e 8 mesi, venne arrestato subito dopo il blitz nei pressi della villa di Massimino. A Miccichè vengono contestate la cessione di oltre 4 chilogrammi di hashish e 200 grammi di marijuana e la ricettazione e detenzione di un mini arsenale composto da tre pistole e tre penne pistola. Massimino e Miccichè sono infine accusati di estorsione ai danni di una persona in debito di 400 euro con il boss. Al suo indirizzo, così come emerso dalle intercettazioni, sarebbero state rivolte minacce e intimidazioni. Tutti, inoltre, avrebbe trasformato un magazzino in una vera e propria centrale dello spaccio in cui veniva suddivisa e confezionata la droga.

Antonio Massimino è figura nota nel panorama criminale agrigentino. Attualmente è detenuto al 41bis dove sta scontando una condanna a venti anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta «Kerkent». L’operazione portò alla luce la sua scalata al vertice nella famiglia mafiosa di Agrigento. Il nipote Gerlando, dopo essere stato arrestato insieme allo zio nel blitz in villa, è stato condannato in primo grado e poi assolto in Appello. Nell’inchiesta è stata sottolineata la caratura del boss, che ha promosso le attività di smercio dello stupefacente reperito all’ingrosso subito dopo l’arrivo sulla piazza agrigentina, da quanto emerso nel contenuto di una conversazione con il genero Pasquale Capraro intercettata in data 12 febbraio 2016 (dopo l’incontro avuto il giorno precedente – e ciò non può essere un caso – con gli emissari calabresi): «gli dici al pescivendolo… che i pesci ci sono»; ha promosso e diretto le attività di riscossione dei crediti derivanti dalle cessioni di partite di sostanze stupefacenti in particolare nei confronti degli empedoclini), dimostrandosi pronto anche a rappresaglie armate. Infine ha sovrainteso alle attività di tenuta della contabilità relativa ai traffici di droga e di custodia delle armi nella disponibilità del sodalizio.

 

Dal primo giorno del nuovo anno sono entrate in vigore le nuove tariffe per il biglietto d’ingresso alla Valle dei Templi, nei musei e negli altri siti siciliani. Il Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali ha adeguato i ticket di accesso ai luoghi della cultura gestiti dal Parco Valle dei Templi: Museo archeologico regionale Pietro Griffo, intero 9 euro, ridotto 4,50 euro, Parco archeologico Valle Dei Templi, intero 12 euro, ridotto 6 euro (comprensivo della mostra La Vergine delle Rocce – La Bottega di Leonardo che è stata prorogata fino al 15 gennaio), Biblioteca Museo «Luigi Pirandello», intero 5 euro, ridotto 2,50 euro. Villa Romana di Durrueli, intero 2 euro, ridotto 1 euro. Antiquarium di Monte Kronio - Stufe di San Calogero e zona archeologica di Tranchina a Sciacca, intero 3 euro, ridotto 1,50 euro, Area archeologica di Monte Adranone e Museo di Palazzo Panitteri a Sambuca, interno 3 euro, ridotto 1,50 euro. Museo archeologico della Badia - Area archeologica di Monte Sant’Angelo e Castel Sant’Angelo a Licata, intero 3 euro, ridotto 1,50 euro, Zona archeologica e Antiquarium Vito Soldano a Canicattì, intero 2 euro, ridotto 1 euro. Area archeologica e Antiquarium Eraclea Minoa, intero 5 euro, ridotto 2,50 euro. Per i siti in provincia, ad esclusione di Eraclea Minoa, le tariffe sono momentaneamente sospese in attesa di terminare i lavori per la realizzazione delle nuove biglietterie. Sarà sempre possibile acquistare il biglietto cumulativo con un risparmio del 20 per cento del costo complessivo.

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