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Nuova tragedia del mare, nove migranti morti e quindici dispersi: tra le vittime anche una bimba

Una ventina salvati dalla guardia costiera. L’ultima tragedia del mare avvenuta a circa trenta miglia a sud ovest di Lampedusa, in acque Sar

(fotogramma da video) Soccorso oggi di un motovedetta della Guardia costiera a sud-est di Lampedusa. L'equipaggio dell'unità navale ha tratto in salvo i 37 migranti che erano in balia delle onde a bordo di una piccola imbarcazione in legno di circa 7 metri. Le persone soccorse sono state successivamente trasferite in sicurezza sull'isola. 10 aprile 2024. ANSA/US GUARDIA COSTIERA + UFFICIO STAMPA, PRESS OFFICE, HANDOUT PHOTO, NO SALES, EDITORIAL USE ONLY + NPK

Nove migranti morti, tra i quali una bambina in tenera età, 22 superstiti e quindici dispersi. È il bilancio dell’ultima tragedia del mare avvenuta in serata a circa trenta miglia a sud ovest di Lampedusa, in acque Sar (la zona di competenza e soccorso) maltesi.

A soccorrere i migranti, che erano a bordo di una piccola imbarcazione in balia del mare in tempesta, è stata una motovedetta della guardia costiera di Lampedusa. Dopo che il barchino si è capovolto ed è colato a picco, i militari della Capitaneria, nonostante le condizioni meteo proibitive, sono riusciti a raccogliere una trentina di naufraghi. Alcuni di loro erano già morti, come la bimba, altri sono deceduti per ipotermia sull’unità della guardia costiera durante il tragitto verso il molo Favaloro.

La motovedetta, che ha attraccato intorno alle 21.30, ha sbarcato otto cadaveri e 23 sopravvissuti, tra i quali cinque donne. Molti di loro erano in condizioni di salute critiche e sono stati subito assistiti dal team medico presente in banchina. Un migrante non ce l'ha fatta, il numero delle vittime è così salito a nove.

Secondo il loro racconto vi sarebbero quindici dispersi. Dopo le prime testimonianze raccolte dai militari della guardia costiera, i naufraghi adesso verranno sentiti dalla squadra mobile della questura di Agrigento. La prefettura sta cercando di provvedere, con le imprese funebri locali, anche alla sistemazione delle salme, in attesa che la Procura di Agrigento disponga cosa fare. «Ancora una tragedia del mare e della disperazione scuote la nostra isola. È ormai diventata una conta senza fine», commenta con amarezza il sindaco delle Pelagie Filippo Mannino. «Le condizioni del mare - aggiunge - sono pessime e i trafficanti continuano a far partire questi poveri disperati su barchini che neanche stanno a galla. È sempre la stessa storia, tanti, tantissimi, pagano per morire in mare».

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