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«Appoggiato dalle cosche per essere eletto», indagato il sindaco di Villafranca Sicula

Gaetano Bruccoleri sotto inchiesta con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso

Villafranca Sicula: Gaetano Bruccoleri

Il sindaco di Villafranca Sicula, Gaetano Bruccoleri, è indagato per l’ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento hanno notificato l’avviso di garanzia al farmacista, dal giugno 2022 alla guida del piccolo centro dell’agrigentino

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, è quella che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera e sulle famiglie di Burgio e quella di Villafranca Sicula.

Le ultime elezioni del Comune agrigentino sono state al centro di lunghe indagini culminate due settimane fa con l’operazione che ha decapitato l’intero mandamento mafioso guidato dal boss Salvatore Imbornone.

Gaetano Bruccoleri, in un primo momento, non era stato iscritto nel registro degli indagati ma secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, con il procuratore aggiunto Sergio Demontis ed i sostituti Claudio Camilleri e Giorgia Righi, le cosche mafiose della zona – in particolar modo quella di Burgio guidata dal boss Giovanni Derelitto – si sarebbero attivate per garantire il sostegno all’allora candidato sindaco.

Il gip Filippo Serio, che aveva firmato le misure cautelari nei confronti di 7 indagati, si era così pronunciato sul punto: «Non vi è prova del fatto che Gaetano Bruccoleri sia stato eletto effettivamente giovandosi dell’appoggio fornito attraverso metodi mafiosi posti dall’associazione mafiosa unitariamente considerata». Agli atti dell'inchiesta, però, il farmacista avrebbe incontrato più volte noti esponenti della mafia locale come testimoniato dalle numerose annotazioni di servizio finite nell’inchiesta stessa. A partire dal boss Giovanni Derelitto, storico capo della famiglia mafiosa di Burgio. Derelitto è personaggio noto nel panorama criminale agrigentino già a partire dalla fine degli anni Ottanta.

Il primo incontro tra l’allora candidato sindaco e il boss Giovanni Derelitto risalirebbe all’1 dicembre 2021 a Ribera dove si era recato per sottoporsi alla vaccinazione Covid. Il trojan installato nel cellulare del boss registrano alcuni passaggi della conversazione tra i due: «Non m’avevi riconosciuto, ah?» «Ti giuro, ti giuro!» «… qualche giorno mi arricampo là che parliamo ...» «non me lo puoi dire qua?…inc…» «ah niente…che vuoi?» «…a Villafranca» «ci sono le votazioni pure?» «mi porto come Sindaco...» «Tanì, già puoi stare già al cento per cento!… con tutti gli amici che ho eee…ci penso io!…ciao Tanì…».

Per gli inquirenti non ci sono dubbi: non c’è altra spiegazione che un interessamento della cosca guidata dal boss Derelitto alla candidatura del farmacista, anche in ragion del fatto che il capomafia è privo dell’elettorato attivo (conseguenza delle precedenti condanne) oltre che, in ogni caso, residente in altro comune. Il boss, parlando con il suo autista, gli impartiva immediate direttive: «..un amico...» «appena ci vai alla farmacia glielo dici… "tutti così siamo, Tanì!" gli dici… "Giovanni me lo ha detto!" …è bravo!…Tanino è un amico!».

Un altro incontro avviene il 3 marzo 2022 quando il boss incarica Nicolò Riggio di chiamare Bruccoleri e concordare un appuntamento al bar Mulino: «Il numero di Tanino qual è?… ce l’hai lì Tanino? … quello personale del telefonino?… telefoniamoci!… fermati là… se lui… vediamo se è in giro, lo facciamo venire al Mulino!». Derelitto, utilizzando il cellulare di Riggio, parla con il candidato: «Eh Tanino... sei in giro?… niente... se ci potevamo vedere al Mulino…». L’incontro effettivamente avviene intorno alle cinque del pomeriggio. E dal mese di marzo 2022, secondo gli inquirenti, gli esponenti del clan si mobilitano per la campagna elettorale.

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