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Spento l'incendio nel centro di stoccaggio rifiuti di Licata, il sindaco: «Non è escluso il dolo»

Balsamo: «Il problema in questo momento sono i focolai che si riaccendono a causa del vento sugli enormi cumuli di rifiuti inceneriti»

Vertice nella prefettura di Agrigento dopo l’incendio del centro di stoccaggio di rifiuti a Licata, sotto sequestro da quasi due anni nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza violazioni della normativa ambientale. Allo studio di forze dell’ordine, Comune e protezione civile le soluzioni per evitare il disastro ambientale.

«L’incendio è stato spento - dice il sindaco Angelo Balsamo - il problema in questo momento sono i focolai che si riaccendono a causa del vento sugli enormi cumuli di rifiuti inceneriti. Il lavoro che si sta facendo in questo momento è quello di ridurre i blocchi di cenere in modo da controllarli in maniera più semplice. Il vento ha alimentato il fumo tossico nella zona di contrada Bugiades, anche per questo ho ritenuto di disporre in via precauzionale la chiusura delle scuole».

Balsamo aggiunge: «Il peggio dovrebbe essere passato perché il capannone di amianto poco distante ormai è al sicuro e non sarà raggiunto dalle fiamme. Il mio ringraziamento va alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, alla forestale e ai numerosi privati che sono intervenuti con le autobotti per limitare i danni. Origine dolosa? Non lo so - risponde Balsamo - non è escluso, se ne stanno occupando con grande solerzia le forze dell’ordine. A me interessa l’aspetto legato alla salute pubblica per il quale sto lavorando senza sosta da un giorno e mezzo».

Nella foto l'intervento dei vigili del fuoco

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