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Sedata la rivolta nel carcere di Agrigento, i detenuti si arrendono dopo aver sequestrato un agente: scattano 9 arresti

La protesta era scoppiata a causa dell'inefficienza dei riscaldamenti e altre problematiche che da anni si vivono all'interno della struttura

Ingresso del carcere Petrusa

È di nove arresti, al momento, l'esito delle indagini avviate subito dopo la rivolta di ieri pomeriggio all'interno del carcere Petrusa di Agrigento. Intorno alle 18 un gruppo di detenuti ha dato vita ad una sommossa all'interno della sezione maschile. Immediato l'intervento della polizia penitenziaria che prima ha fatto irruzione e poi ha avviato una trattativa per riportare la calma, mentre all'esterno la zona è stata circondata da polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco.

La protesta è scoppiata a causa dell'inefficienza dei riscaldamenti e altre problematiche che da anni si vivono all'interno della struttura carceraria di Agrigento. Durante la rivolta, una cinquantina di detenuti bastoni, olio ed acqua calda minacciavano di aggredire chiunque si fosse avvicinato e un agente sarebbe stato preso in ostaggio.

Alla fine le trattative sono andate a buon fine e i reclusi sono tornati sui loro passi. Alla fine, dopo analisi e la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, nove detenuti sono stati arrestati. Le accuse sono: resistenza e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e sequestro di persona. Ciò vuol dire che, avendo commesso nuovi crimini all'interno dell'istituto penitenziario, su di loro adesso pendono nuovi capi d'imputazione e ci sarà un altro processo.

Non è escluso che vengano emessi provvedimenti per qualche altro recluso. Sul posto, per ore, hanno lavorato anche le pm Maria Barbara Grazia Cifalinò ed Elenia Manno e il procuratore aggiunto Salvatore Vella che è stato in sistematico collegamento con il direttore del Dap di Roma Giovanni Russo.

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