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Lampedusa, nuova ondata di arrivi di barchini partiti dalla Tunisia: si temono due dispersi

L'hotspot di contrada Imbriacola non si è ingolfato, nonostante l'isola sia di nuovo sotto pressione

Due migranti sono caduti in acqua e sono dispersi. A raccontarlo ai militari della motovedetta Cp281 della guardia costiera, che ha soccorso un barchino di 6 metri, sono stati alcuni dei 67 somali, gambiani e ivoriani che erano a bordo del natante e che hanno iniziato il viaggio da Sfax in Tunisia, pagando 1.500 dinari tunisini a testa. Il gruppo è sbarcato ieri sera (10 novembre) a Lampedusa dove nell’arco di 24 ore ci sono stati 12 approdi con un totale di 583 persone. Dopo mezzanotte, un nuovo sbarco con 48 etiopi e sudanesi che sono stati trasbordati dall’imbarcazione di 7 metri, lasciata alla deriva, dai militari della motovedetta V1102 della guardia di finanza.

«Due giovani sono caduti in mare», ripetono alcuni dei migranti soccorsi, ma non sanno indicare dove e quando sia accaduto. Altri, invece, non si sono accorti di nulla. Ed altri ancora sostengono che non è vero. Intanto, i poliziotti in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola proseguono nell’audizione dei 67 partiti da Sfax, in Tunisia. La guardia costiera ha comunque avviato perlustrazioni e ricerche che, al momento, non hanno avuto alcun riscontro.

Intanto, le motovedette della guardia di finanza e dell’assetto svedese Frontex hanno scortato, fino a molo Favarolo, un barchino di ferro di 8 metri con a bordo 42 migranti originari di Camerun, Burkina Faso, Gambia, Guinea e Senegal. Il gruppo ha riferito di essere salpato da Sfax, in Tunisia, all’alba di giovedì. La barca è stata sequestrata dai militari delle fiamme gialle. I migranti, dopo un primo triage sanitario effettuato direttamente sul molo, sono in corso di trasferimento verso l’hotspot di contrada Imbriacola.

Sono partiti tutti da Sfax e uno da Madia, in Tunisia, gli ultimi barchini soccorsi al largo di Lampedusa dalle motovedette di guardia costiera e guardia di finanza. A bordo dei piccoli natanti, di circa 6 metri, c’erano da 41 a 67 migranti; soltanto uno, una barca di legno di 8 metri, aveva a bordo 54 persone (afghani, bengalesi, egiziani, pakistani e sudanesi), è salpato, a detta degli sbarcati, da Zuara, in Libia. Dopo settimane di stop dei viaggi dalla Tunisia, adesso la rotta è tornata attiva. Sulle barche viaggiano prevalentemente gambiani, guineani, ivoriani, senegalesi e malesi che pagano da 1.200 a 4 mila dinari tunisini.

Per questa sera, su disposizione della Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, è stato disposto lo spostamento di tutti gli ospiti della struttura di contrada Imbriacola, sempre con traghetto di linea per Porto Empedocle, e se non vi saranno, nel corso della giornata, nuovi ed ulteriori sbarchi il centro verrà svuotato. Nonostante la ripresa di traversate e soccorsi e ieri il numero degli sbarcati è stato importante - 583 persone, le rapide pre-identificazioni fatte dalla polizia e gli organizzati trasferimenti voluti dall’ufficio territoriale del governo - l’hotspot di Lampedusa non si è ingolfato.

Bloccato un egiziano di 40 anni, fermato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dalla squadra mobile di Ragusa nell’ambito di indagini avviate, con la sezione operativa navale della guardia di finanza, sullo sbarco, del 7 novembre scorso a Pozzallo, di 56 migranti da nave Aurora di Sea Watch. L’uomo è ritenuto lo scafista del natante salpato dalla Libia e rimasto in balia del mare in acqua Sar maltesi, a circa 50 miglia nautiche a nord-est dell’isola tunisina di Kerkennah, dove si è svolta l’operazione di salvataggio della Ong. Il 40enne è risultato essere già sbarcato a Lampedusa il 10 ottobre scorso, fornendo generalità diverse e presentando richiesta di protezione internazionale. Per questo è stato trasferito in una struttura di accoglienza in provincia di Roma. Neppure dopo un mese dal suo arrivo in Italia, è riuscito a tornare in Libia per poi da lì, come riferito dai testimoni, ripartire il 5 novembre scorso alla volta delle coste italiane con il carico di migranti navigando sino a quando è terminato il carburante, per poi trovarsi alla deriva e avere atteso un soccorso che è giunto dalla nave Aurora.
Dopo il fermo il 40enne è stato condotto nella casa circondariale di Ragusa. Il provvedimento restrittivo è stato successivamente convalidato.

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