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Raccolta risparmio fantasma con lo «schema Ponzi», sequestrati immobili di pregio tra Agrigento e Roma

L'indagine condotta dalla guardia di finanza di Ancona. Sottratto un patrimonio di oltre 15 milioni di euro

Sequestrati numerosi immobili di pregio in provincia di Agrigento e in provincia di Roma, nonché autovetture di ingente valore, nell’ambito di un’indagine della guardia di finanza di Ancona, denominata «Ghost broker», che nel febbraio scorso aveva portato a un arresto (ai domiciliari) e ad altre tre misure cautelari personali ed al sequestro di due società per un giro di raccolta abusiva del risparmio secondo il cosiddetto «schema Ponzi». Stavolta la guardia di finanza di Ancona ha eseguito ulteriori sequestri preventivi fino all’importo di 15,5 milioni di euro. I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Ancona, sotto il coordinamento della procura di Roma, hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal gip della capitale.

Il gip di Ancona e poi il gip di Roma, nel condividere le nuove ipotesi di reato contestate (truffa e autoriciclaggio) e le ricostruzioni patrimoniali effettuate dalle fiamme gialle doriche, hanno disposto un ulteriore blocco di beni fino all’ingente somma nei confronti dell’amministratore, di cittadinanza italiana, di una società di diritto inglese sprovvista delle autorizzazioni dell’Autorità di Vigilanza e attiva nella raccolta del risparmio da ignari investitori. Nell’ambito dell’inchiesta, erano stati denunciati diciotto promotori finanziari.

La misura, eseguita dal nucleo di polizia economico e finanziaria di Ancona, riguarda 35 beni immobili nelle province di Roma e Agrigento, tra cui diversi fabbricati residenziali e case vacanza, una struttura alberghiera, nonché auto e veicoli commerciali, per un valore complessivo stimato in oltre 12 milioni di euro. Confermate le misure cautelari personali e reali applicate nei confronti dell’indagato ritenuto responsabile delle ulteriori ipotesi di reato. A lui viene contestato il reato di truffa: è infatti ritenuto responsabile di avere raggirato diverse decine di investitori. In finanzieri hanno accertato che gli illeciti profitti delle operazioni truffaldine erano stati dapprima trasferiti sul conto corrente di una società immobiliare riconducibile all’indagato e poi da questa utilizzati per l’acquisto di un considerevole compendio immobiliare, al solo fine di ostacolare la provenienza delittuosa dei beni.
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Indagine Ghost Broker Guardia finanza, bloccati immobili e auto

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