Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Lampedusa, più di 3.500 migranti all'hotspot

Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana: «Siamo un avamposto di umanità in un fenomeno, quello migratorio, che spesso rischia di dare numeri al posto di volti umani a chi approda disperatamente alle porte dell’Europa»

Sono 3.593 i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa. Fra loro 193 minori non accompagnati. Ieri (27 agosto), sull’isola, ci sono stati 7 sbarchi per un totale di 325 persone. Ne sono state trasferite dall’isola, con traghetti e voli militari, 947. La prefettura di Agrigento è al lavoro per pianificare i trasferimenti che dovranno essere effettuati oggi. Sono in programma, anche se ancora da confermare, due voli aerei per un totale di 140 migranti.

Sono 818, invece, i migranti presenti nell’area sbarchi e pre-identificazione del porto di Porto Empedocle. Delle 109 persone ospitate ieri mattina, dopo un tour de force di trasferimenti disposti dalla prefettura a seguito dei fotosegnalamenti della polizia, ne sono rimaste solo 11. A loro si sono aggiunti i 568 arrivati in serata, da Lampedusa, con il traghetto Galaxy e i 239 giunti all’alba con la motonave Cossyra. Molti dovranno essere sia pre-identificati che fotosegnalati, quindi verosimilmente in mattinata non ci saranno trasferimenti. L’ufficio territoriale del governo è al lavoro per trovare gli autobus necessari a spostare, lungo la penisola, tutti i presenti.

«Siamo consapevoli - ha commentato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana sui suoi canali social questa mattina - e lo eravamo sin dall’inizio che gestire l’hotspot di Lampedusa fosse una sfida complessa. La Croce Rossa Italiana è stata e continua ad essere un avamposto di umanità in un fenomeno, quello migratorio, che spesso rischia di dare numeri al posto di volti umani a chi approda disperatamente alle porte dell’Europa».

«Noi - spiega Valastro - non cederemo mai di fronte alle emergenze ma c’è da dire con forza una cosa: ogni operazione umanitaria ha bisogno di una macchina che funzioni perché fa parte di un ingranaggio complesso di cui sono parte essenziale la sicurezza, l’integrazione, la gestione dei flussi, la lotta ai trafficanti di esseri umani, le politiche tra gli Stati e la cooperazione internazionale. Nessuno ha soluzioni miracolose, ma è compito e dovere di tutti fare in modo che le forze in campo siano messe nella condizione di gestire non solo l’hotspot di Lampedusa ma l’intero processo di accoglienza.

«In questo senso, forti della nostra esperienza sul campo - prosegue il presidente della Cri - siamo anche in queste ore di criticità e sovraffollamento a Lampedusa, operativi come sempre. Lo siamo sui territori e nei punti di approdo. Ma l’umanitarismo significa non solo dare da mangiare e da dormire. Significa rispettare la dignità umana che è l’anticamera di ogni politica non solo di accoglienza ma di sicurezza per chi ne è beneficiario e per le comunità locali. Investire in umanità è la strada che porta non solo il volontariato ma tutti a un diverso modo di fare accoglienza e politiche legate alle migrazioni».

«Mi auguro - conclude - che non solo l’Italia, già così messa alla prova, ma la comunità europea e internazionale tutta sappia rispondere con efficacia e sappia non cedere al caos».

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia