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Record di arrivi dal Mediterraneo, quasi 90 mila migranti in 7 mesi

Frontex: raddoppiate le persone in fuga verso l’Europa, i trafficanti privilegiano le partenze da Libia e Tunisia. Lampedusa al collasso

Un esodo infinito, un mare di partenze che fa del Mediterraneo quest’anno la rotta privilegiata verso l’Ue. Lo dicono i dati Frontex che hanno rilevato 89mila arrivi nei soli primi sette mesi del 2023, un vero record, «il totale più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017». In particolare a luglio, spiega il rapporto Frontex, sono stati rilevati quasi 42.700 ingressi irregolari con un aumento del 19% rispetto all’anno 2022, il dato più alto da marzo 2016.

Il Mediterraneo è la porta di ingresso «per più della metà di tutti i rilevamenti alle frontiere dell’Ue: Il numero di attraversamenti irregolari su questa rotta è più che raddoppiato (+115%)». Contestualmente gli ingressi su altre rotte nel 2023 sono diminuiti registrando un calo rispetto all’anno precedente, che va dal 2% sul Mediterraneo occidentale al 29% sulla rotta orientale. Una pressione migratoria, rileva Frontex, che non diminuirà «con i contrabbandieri che offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza da Libia e Tunisia». Una rotta migratoria sempre più frequentata ma pericolosa quella del Mediterraneo. Secondo i dati dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) nel solo mese di luglio più di 2.060 persone sono scomparse nel Mediterraneo, la maggior parte delle quali sulla rotta centrale.

All’approdo europeo di Lampedusa intanto proseguono gli sbarchi: dopo gli oltre 1600 di ieri, sono arrivati altri 201 migranti soccorsi in mare dalle motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle. Erano a bordo di sei barchini salpati da Sfax, Hawaria e Kerkennah in Tunisia. Salgono così a 11, con un totale di 420 profughi nordafricani, gli approdi sull’isola nel giro di poche ore. Sulle carrette c’erano da un minimo di 9 tunisini a un massimo di 46 sedicenti ivoriani, gambiani, guineani, sudanesi, liberiani, senegalesi e malesi.

Intanto alla Spezia è tornata all’approdo la nave di Msf Geo Barents con un carico di 36 ragazzini e una manciata di maggiorenni, anche in questo caso guineiani, senegalesi e gambiani. E da subito è stata ribattezzata ‘la nave dei bambinì, visto che i profughi salvati in mare questa volta sono quasi tutti minori non accompagnati.

Tutti i profughi rimarranno «in Liguria, verranno redistribuiti nelle quattro province» ha detto il prefetto Maria Luisa Inversini. Resta ancora alta la polemica per l’assegnazione del ‘porto sicurò: «continuiamo a sbarcare queste persone in Nord Italia - ha detto il capomissione di Msf, Juan Mathias Gil - facendo una traversata lunga e faticosa, di grande impatto su queste persone. Abbiamo visto sbarchi da un mercantile in Sicilia. Si vede la discrezionalità nella decisione sul ‘porto sicurò, dipende chi è l’attore che soccorre». Ribadisce il concetto il garante ligure per i detenuti, Doriano Saracino: assegnare Spezia alla Geo Barents “può avere significato se corrisponde a una necessità di utilizzo razionale delle risorse del sistema di accoglienza. Ma se i migranti sbarcati, e in particolare i minori, vengono assegnati a località lontane dal porto di sbarco, allora se ne perde il senso».

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