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Migranti minori tentano la fuga dall'hotspot di Lampedusa, bloccati dalla polizia

I 14 giovani sono stati rintracciati nel giro di poche ore e fatti rientrare all’interno della struttura

Prima in 11, poi altri 3, tutti minorenni tunisini, hanno tentato di allontanarsi, stamani, dall’hotspot di Lampedusa. I poliziotti che sono 365 giorni in servizio in contrada Imbriacola, occupandosi di pre-identificazioni, trasferimenti, ma anche ordine pubblico, nonostante il tour de force degli ultimi giorni dovuto all’aumento di sbarchi, non hanno lasciato nessuna possibilità di fuga, anche se l’hotspot non è un centro di trattenimento forzato. E questo perché gli agenti della Questura di Agrigento per mestiere ma anche per «cuore», prevengono qualsiasi, possibile, episodio che minacci l’ordine pubblico anche di Lampedusa.

I malumori e le proteste degli isolani sono infatti cresciute ancora di più dopo che ieri alcuni dei minorenni tunisini, che si erano allontanati, hanno danneggiato un’autovettura posteggiata nei pressi della via Roma e tentato il furto del furgone di un corriere. Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, oltre a garantire, dopo una riunione al ministero dell’Interno, che tutti i minorenni, ospiti dell’hotspot, verranno trasferiti al massimo entro mercoledì, ha fatto sapere che «è stata raddoppiata la vigilanza attorno all’hotspot».

«Sono 14 i ragazzini che stamani si sono allontanati dall’hotspot e che nel giro di poche decine di metri, meno di 5 minuti, sono stati rintracciati e fatti rientrare all’interno della struttura che ricordo non è una struttura di trattenimento forzato. Continua con l’impegno di sempre lo sforzo della Questura e delle forze dell’ordine al servizio dei cittadini e dei turisti. È bello riscuotere plauso e anche il sostegno della tanta gente perbene silenziosa che ama Lampedusa e che non ha secondi fini e ragiona con onestà intellettuale» ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari.

«Le voci critiche fanno parte della democrazia e sono sprone ad aumentare l’impegno nelle azioni di ripristino e garanzia della legalità. La ormai prossima apertura del commissariato sarà un ulteriore aumento dei servizi a supporto e garanzia della vita dei cittadini onesti che vivono o trascorrono le loro vacanze sulla splendida isola», ha aggiunto Ricifari che si è però, detto «sorpreso» del fatto che «molti, anche rappresentanti della popolazione isolana, sono rimasti in silenzio per l’operazione dei carabinieri che ha portato, in due tornate, a 22 fermi o arresti di isolani coinvolti in traffico e spaccio di stupefacenti». Molti isolani continuano infatti a puntare l’indice d’accusa contro la tratta di migranti che pregiudica e danneggia Lampedusa, così come anche contro la «militarizzazione dell’isola».

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