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All'ospedale di Ribera una video-capsula per scoprire come sta l'intestino

Domenico Macaluso, primario di Chirurgia a Ribera

Una video-capsula capace di «viaggiare» attraverso l’apparato digerente del paziente per fotografare lo stato di salute dell’intestino diagnosticando con precisione l’eventuale presenza di lesioni e patologie. Si tratta di un sistema diagnostico che, a partire dalla prossima settimana, sarà in uso presso l’unità operativa di Chirurgia del presidio ospedaliero Fratelli Parlapiano di Ribera, diretta da Domenico Macaluso.

La capsula da enteroscopia è una realtà e rappresenta l’applicazione per uso civile di una tecnologia militare, modificata da ricercatori israeliani; si tratta di un presidio diagnostico monouso, delle dimensioni di una compressa di antibiotico, dotata di doppia fotocamera all’estremità che cattura sei immagini al secondo. La particolare fotocamera è in grado di comunicare con l’esterno attraverso un trasmettitore alimentato da batterie che invia le immagini ad un registratore posizionato su una cintura indossata dal paziente.

«Dopo una semplice preparazione - spiega Macaluso - che prevede, il giorno precedente all’esame, una toilette intestinale con delle specifiche soluzioni da bere, la mattina dell’indagine, in regime di day service ospedaliero, il paziente indossa il registratore e deglutisce la capsula, quindi ritorna alle sue consuete attività, anche lavorative, mentre la video-pillola inizia il suo percorso nell’apparato digerente trasmettendo ininterrottamente immagini al registratore. Dopo circa otto ore, la capsula viene eliminata per le vie naturali ed il paziente ritorna quindi in ospedale per togliere il registratore. Questo strumento verrà collegato dal medico ad un computer dotato di una particolare programma che consente il montaggio delle immagini in un video che il sanitario osserverà per individuare l’eventuale presenza di patologie a carico dell’apparato digerente».

Macaluso precisa anche che «questa diagnostica è riservata a quella parte dell’intestino che non è possibile raggiungere con una tradizionale gastroscopia o colonscopia, cioè l’intestino tenue. In caso di presenza di sangue nelle feci, anche occulto, gli esami più indicati per fare diagnosi sono la colonscopia e la gastroscopia, dato che consentono anche di effettuare interventi di asportazione di neoformazioni come i polipi oppure la biopsia di una lesione rinvenuta nel corso di questi esami, mentre con la colonscopia virtuale o con la video-capsula, la procedura sarà esclusivamente endoscopica. Tuttavia, nel caso in cui non venga evidenziata alcuna patologia del colon o dello stomaco o qualora si sospetti una patologia a carico dell’intestino tenue, l’esame maggiormente indicato è l’enteroscopia con video-capsula».

Il valore diagnostico della nuova metodica, frutto di un netto percorso di innovazione e di investimento per la miglioria delle dotazioni tecnologiche intrapreso dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, è stato sottolineato dal commissario straordinario Asp, Mario Zappia: «Siamo felici di poter consegnare alla collettività agrigentina uno strumento sofisticato e, per molti versi, avveniristico che permetterà di incrementare la qualità delle azioni di diagnosi, prevenzione e cura delle patologie a carico dell’apparato digerente. Al dottor Macaluso, già in passato primo sperimentatore nel sud-Italia di tecniche innovative come la colonscopia robotica wireless, e a tutta l’equipe dell’ospedale di Ribera vanno le sentite congratulazioni della Direzione strategica per la professionalità, l’impegno e la passione dimostrati».

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