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Sciacca, i disegni di Disney colorano la sala colloqui tra detenuti e figli

Nel carcere di Sciacca è stata realizzata una sala colloqui con, sui muri, la riproduzione della piazza del paese e coloratissimi personaggi Disney. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione dei bambini, che con il resto delle famiglie vanno a trovare i papà detenuti, un ambiente il meno traumatico possibile.

È una delle iniziative realizzate nella casa circondariale dell’Agrigentino che sorge all’interno di un antico convento dei Carmelitani costruito nel 1200 e ospita 35 detenuti. L’idea di una sala colloqui così particolare è stata dell’Associazione di volontariato socio-sanitario ammessa dalla direzione a promuovere iniziative di assistenza materiale e psicologica. Sono stati i detenuti, con pennelli e colori, a partecipare al progetto contribuendo a trasformare la stanza, rendendolo un luogo più gradevole e accogliente.

«Il nostro tentativo - dice Maricetta Venezia, presidente dell’Avulss - è stato quello di creare un ambiente più accogliente, soprattutto per mettere a loro agio soprattutto i piccoli, cercando di umanizzare il più possibile un luogo che, naturalmente, è fatto di fragilità e talvolta di angoscia».
Un’iniziativa che l’Avulss ha realizzato grazie anche alla condivisione dell’idea da parte del Centro servizi volontariato di Palermo e la collaborazione di due insegnanti del liceo artistico in pensione: Calogero Cantone e Calogero Cucchiara. Tra le altre iniziative in corso, una riguarda un progetto condotto dalla psicoterapeuta Maria Grazia Bonsignore su “Liberarsi dalla violenza» che, con colloqui e letture condivise nella biblioteca del penitenziario, tende all’affermazione di concetti di legalità e di contenimento della rabbia e del disagio.

«Tutte queste iniziative - dice la direttrice Giovanna Re - sono il punto di forza della casa circondariale di Sciacca. Le abbiamo accolte favorevolmente perché indubbiamente alleviano le sofferenze e le difficoltà che quotidianamente affrontano i detenuti, non tralasciando il fatto che il nostro è un istituto che sorge in un edificio molto antico e che per questo ha problematiche strutturali che rendono le condizioni di vivibilità, sia degli ospiti che degli operatori, non del tutto ottimali».

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