«Agrigento non è solo Lampedusa. Qui c'è uno storico retaggio mafioso»: lo ha detto il neo questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, durante la conferenza stampa nel giorno del suo insediamento. «Conosco bene il fenomeno - ha aggiunto - per averlo trattato, come questore, nell’area nissena. Sono due realtà attigue geograficamente, ma anche a livello antropologico e di famiglie. La mafia non è più la stessa. Gli stiddari esistono ancora anche se hanno abbassato l’aggressività, gli esponenti o sono in galera o sono sotto misure di sorveglianza e c'è una lente che li monitora». Ricifari ha parlato di mafia imprenditrice: «Anche qui stanno percorrendo strade diverse - ha detto -, stanno seduti nei Consigli di amministrazione di banche del Nord Europa o in multinazionali».
Con riferimento alla situazione di Lampedusa, il questore ha detto che «in questo momento siamo l'ombelico del mondo. La cosa più importante, in questa fase, per quanto riguarda la polizia, sono gli aspetti operativi sulla terraferma. Le strutture tracimano per dir poco e questo impatta su una situazione drammatica sia dal punto di vista umanitario, per il numero delle persone che arrivano, sia per l’accoglienza che va rimodulata». Ricifari raccontato di essere «stato chiamato, una decina di giorni fa, affinché mi venissero spiegati i problemi di questa sede. Mi è stato raccontato di Lampedusa. Giusto il tempo d’insediarmi e andrò nell’isola per capire direttamente qual è il sentire e lo stress della comunità, parlando con il sindaco, il parroco, le associazioni, i cittadini. Perché va rispettata l’umanità di chi arriva, ma anche lo stress di chi li riceve, individuando strategie e modalità che aiutino tutti».
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