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Agrigento, si uccise dopo essere stata violentata e filmata: 4 indagati

Le indagini condotte dalla Mobile di Agrigento

Morta suicida a 17 anni poco meno di due anni dopo essere stata costretta a fare sesso di gruppo e filmare le scene. È l’ipotesi della procura di Palermo che ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, per i due maggiorenni coinvolti nell’inchiesta. Si tratta degli agrigentini Giorgio La Lomia e Giovanni Contino.  C’è anche un’inchiesta della Procura dei minorenni di Palermo nei confronti di altri due indagati, all’epoca ancora non maggiorenni.

Il lungo e straziante post su FB della ragazzina prima di togliersi la vita

La ragazzina, il cui corpo senza vita è stato trovato alla Rupe Atenea dove si era lanciata nel vuoto, aveva annunciato il suo gesto con un lungo e straziante post pubblicato su facebook. «Nessuno di voi - scrisse su Facebook la ragazza- sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando. Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio sempre averla vinta, ma questa volta non posso lottare, perché non potrò averla vinta mai, come però non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così...». La squadra mobile, indagando sulla tragedia, è risalita ad alcuni video con scene della violenza in cui figuravano quattro ragazzi, di cui due all’epoca minorenni. I quattro giovanissimi - è l’atto di accusa dei pm della procura di Palermo Luisa Bettiol e Giulia Amodeo - avrebbero abusato delle condizioni d’inferiorità fisica e psichica della 17enne «legate al consumo di sostanze alcoliche». Alla ragazza sarebbe stato intimato di restare immobile e non si sarebbero fermati neppure davanti al suo espresso rifiuto avendo la ragazza, sostiene l’accusa, pronunciato frasi dal contenuto inequivocabile. «Non voglio», «non posso», «mi uccido», «no, ti prego.. mi sento male».

Un servizio di Gerlando Cardinale sull'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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