Sono 198 i migranti sbarcati durante la notte a Lampedusa. A soccorrere 5 barchini sono state le motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Ieri, sull’isola, si erano registrati 6 approdi per un totale di 254 extracomunitari.
A bordo delle barche, tutte salpate da Sfax, in Tunisia, c’erano 31 persone (12 donne e 3 minori) di Costa d’Avorio, Gambia, Guinea e Mali; 42 (12 donne e 3 minori) originari di Benin, Burkina Faso, Camerun, Senegal e Ghana; 54 (7 donne e 1 minore) liberiani e pakistani; 27 (5 donne) e 44 (13 donne e 6 minori) di altre nazionalità.
Tutti sono stati portati, dopo un primo triage sanitario effettuato a molo Favarolo, all’hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, ci sono 1.208 ospiti a fronte di poco meno di 400 posti disponibili. Per Capodanno, con la nave Dattilo, 600 ospiti erano stati trasferiti 600 a Pozzallo.
Inoltre, un peschereccio con a bordo circa 700 migranti è stato intercettato e soccorso da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza a circa 26 miglia a sud-est delle coste di Siracusa. I naufraghi sono stati fatti trasbordare sui mezzi navali italiani e trasferiti nei porti di Siracusa, Catania e Roccella Ionica (Reggio Calabria). Alle operazioni di salvataggio ha partecipato anche nave Dattilo della Guardia costiera che, con circa 200 persone a bordo, ha fatto rotta per il porto del capoluogo etneo.
Sul tema interviene la premier Giorgia Meloni: «Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente», scrive su Instagram la presidente del Consiglio postando un video in cui spiegava le norme contenute nel dl sulle Ong che ha «come obiettivo il rispetto del diritto internazionale, che non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola tra gli scafisti per trasferire gente da una nazione all’altra». Le norme del governo «vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale con alcune regole abbastanza semplici: se tu ti imbatti in una imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo della nave continuando a fare altri salvataggi multipli finchè la nave non è piena». Poi «chiediamo che ci sia coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate: navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza». Dopodichè servono «screening di chi è a bordo, informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell’imbarcazione alla quale ci si avvicina. Norme stringenti che ci consentono di rispettare il diritto internazionale». Se quelle norme non vengono rispettate «non c'è autorizzazione a entrare in acque internazionali, e se si viola quell'autorizzazione si procede con fermo amministrativo dell’imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca. Lo facciamo per rispettare il diritto internazionale ma anche i migranti» contro lo sfruttamento da parte di «scafisti senza scrupoli che il governo italiano vuole combattere».
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