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Ucciso a Naro a colpi di zappa per uno specchietto rotto, condannati a 30 anni padre e figlio

Costantin Pinau, la vittima

I giudici della seconda sezione penale della Corte di Assise di appello di Palermo hanno condannato a trent’anni di reclusione Vasile Lupascu, 47 anni, e Vladut Vasile Lupascu, 22 anni, rispettivamente padre e figlio, per l’omicidio dell’agricoltore Pinau Constantin, massacrato a Naro a colpi di zappa e bastone in un agguato nel quale restò ferita pure la moglie, l’8 luglio del 2018.

La condanna arriva alla fine di un lungo iter giudiziario. Lo scorso marzo la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio il verdetto limitatamente al riconoscimento di due aggravanti: la premeditazione e l’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. I giudici, nel processo bis, hanno dunque riconosciuto e confermato la sussistenza delle aggravanti. La posizione di padre e figlio si «allinea» con quella di Anisoara Lupescu, moglie e madre dei due imputati. La donna è stata condannata a 22 anni di reclusione in un altro stralcio del processo.

La vicenda risale all’estate del 2018 quando, alle prime luci dell’alba dell’8 luglio, secondo l’accusa, i due Lupascu, padre e figlio, accompagnati anche dalla moglie, si scagliarono contro Constantin Pinau colpendolo ripetutamente con una zappa e un bastone al culmine di una serie di litigi. Secondo quanto hanno raccontato alcuni testi in aula, poco prima dell’omicidio, Costantin aveva rotto uno specchietto all’auto di Lupascu, che, assieme al figlio e alla moglie, organizzò una rappresaglia: i tre, armati di zappa, coltello e spranga pestarono brutalmente i coniugi, colpendo soprattutto Costantin, che morì poco dopo mentre la donna, che aveva cercato di difendere il marito, riportò una frattura al braccio.

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