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Nuovi sbarchi a Lampedusa, anche un giovane morto su un barchino

Sbarchi a ripetizione a Lampedusa

Ancora sbarchi e vittime in una coda d’estate che fa registrare un’impennata degli arrivi dei migranti sulle coste italiane. Sono oltre mille i profughi ospitati nell’hotspot di Lampedusa, dove sono sbarcate 15 imbarcazioni per un totale di quasi 400 persone, quasi tutte provenienti dal Nord Africa. Una di loro, però, non ce l’ha fatta ed è morta su uno dei barchini che nella notte ha attraccato in Sicilia. Altri arrivi sono stati registrati anche nel Siracusano, mentre in Tunisia le autorità hanno bloccato 34 partenze definite «operazioni di attraversamento illegale delle frontiere marittime».

La rotta del Mediterraneo centrale, dunque, torna ad essere affollata di imbarcazioni e gommoni in rotta verso l’Italia, con ong e autorità che provano a prestare soccorso a chi è in difficoltà. L’ultima segnalazione di Alarm Phone parla di circa 85 migranti alla deriva al largo delle coste di Malta. Da ore l’associazione non ha più loro notizie, nonostante le segnalazioni inviate alle autorità locali. Nella stessa zona, da oltre 24 ore, c’è anche un gommone con 250 persone a bordo che ieri segnalava la morte per disidratazione di una bimba di tre mesi. Secondo le ultime notizie, alcuni dei migranti si sarebbero lanciati in mare nel tentativo di raggiungere un cargo, il Morning Carol, che si trovava nelle vicinanze. “Queste persone stanno rischiando la loro vita - l’appello dell’associazione -. Non hanno nulla da bere e la situazione è disperata». Proprio ieri sei migranti - due bimbi di uno e due anni, un dodicenne e tre donne - sono morti di sete nel tentativo di raggiungere l’Europa. I loro corpi non sono però mai arrivati a Pozzallo dove sono sbarcati i 26 sopravvissuti soccorsi da un mercantile al largo della Libia.

Ed è proprio la Sicilia la terra d’approdo degli sbarchi che continuano incessanti ormai da giorni. L’ultima operazione di salvataggio della Guardia di Finanza riguarda tre imbarcazioni alla deriva con 63 persone a bordo. Altri due scafi, con 234 migranti, hanno raggiunto invece il porto commerciale di Augusta e quello di Portopalo di Capo Passero, entrambi nel Siracusano. Una ventina di profughi, invece, è sbarcata a Marsala dandosi poi alla fuga di fronte allo sguardo dei bagnanti. «Il Mediterraneo torna ad essere una tomba, un cimitero», scrive l’associazione Migrantes che chiede «un rinnovato impegno e non un blocco delle azioni di salvataggio in mare», «un’azione congiunta tra le navi di soccorso delle ong e le navi e gli aerei militari dei Paesi europei», «un’azione europea in Libia per prevedere canali umanitari e legali per chi abbia diritto a una forma di protezione internazionale». «Troppe parole si spendono - conclude l’associazione - mentre troppi morti si accumulano in fondo al mare».

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