Riapre i battenti e torna a splendere ad Agrigento il Quartiere Ellenistico Romano del Parco Archeologico Valle dei Templi. Al via il restauro dei pavimenti di mosaico della Casa della Gazzella. Un ambiente classico, un patrimonio di grande bellezza, che viene restituito alla fruizione dei visitatori e dei turisti.
Una chicca in più: con il progetto «Comunicare la Conservazione», con l’avvio dei lavori, da domani - lunedì 12 settembre - parte anche l’iniziativa delle visite guidate a cantiere aperto. Sarà possibile assistere e partecipare alle operazioni di restauro, sotto la guida degli esperti. «Nell’ambito dell’iniziativa di visite ai cantieri di restauro – spiega il direttore del Parco Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, che ieri ha voluto vedere da vicino lo stato dell’arte degli interventi - si inserisce l’intervento di manutenzione straordinaria dei pavimenti musivi di due ambienti della Casa della Gazzella, una delle più prestigiose domus del Quartiere Ellenistico Romano, che presenta apparati decorativi di estrema raffinatezza. Siamo felici di mostrare ai visitatori le nostre ricchezze monumentali. Il Parco - aggiunge – ha un solo obiettivo, quello di restituire al grande pubblico dei visitatori le bellezze archeologiche e naturalistiche, luoghi di espressione dell’arte e della cultura del nostro territorio. Il cantiere di restauro aperto al pubblico consentirà ai visitatori di assistere da vicino ai lavori degli esperti e comprendere ciò che si svolge dietro le quinte delle organizzazioni di lavoro. Il nostro principale intento è di sensibilizzare anche i turisti verso le problematiche conservative dei siti archeologici, stimolandoli nella direzione di una fruizione sempre più consapevole e partecipata».
Esplorata alla fine degli anni ‘50, la Casa della Gazzella, che conta più di venti stanze su una superficie di ben 875 metri quadri, prende il nome dall’emblema rinvenuto in situ, con la raffigurazione di una gazzella che si disseta ad una fonte. Strappato dalla sua collocazione originale all’epoca degli scavi, è oggi esposto al «Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo». «Si tratta di un elegante quadretto – spiega la restauratrice Marilanda Rizzo Pinna - realizzato con la tecnica dell’opus vermiculatum che utilizza tessere di piccolissime dimensioni e di diversi colori, che consentono sottili sfumature e l’esatta esecuzione del contorno della figura. Le migliaia di tessere impiegate e cromaticamente mescolate, illustrano bene come l’obiettivo primario dei maestri mosaicisti, fosse quello di realizzare un effetto plastico di altissima qualità paragonabile alla pittura. L’emblema proviene dall’ambiente più importante della casa, il Triclinium, dove si svolgevano i fastosi banchetti della famiglia romana agiata e colta. Esso era inserito, in un pavimento decorato da una complessa fantasia geometrica realizzata in opus tessellatum. Ideato come una sorta di grande tappeto che ricopre l’intera superficie, il mosaico presenta complicati motivi policromi, nodi tra rosoni di rombi prospettici, riquadri con foglie di alloro e stelle ad otto punte in giallo e verde, che si dispongono attorno al punto focale occupato dall’immagine della gazzella».
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