Si è avvalso della facoltà di non rispondere il luogotenente dell’Arma, Gianfranco Antonuccio, in servizio al Reparto investigativo della Compagnia di Licata, arrestato ieri (4 luglio) per induzione a consegnare denaro, traffico di monete false e rivelazione di segreto d’ufficio.
Antonuccio è comparso davanti al gip Antonella Consiglio per l’interrogatorio di garanzia ma ha preferito non rispondere. Il carabiniere, che anni fa è stato premiato per i risultati conseguiti in una indagine, è indagato dalla Dda di Palermo coordinata dall’aggiunto Paolo Guido. Tra gli elementi a carico di Antonuccio ci sono le dichiarazioni dell’avvocata Angela Porcello, ritenuta tra i capi di Cosa nostra agrigentina, finita in manette in una indagine che ha svelato il suo ruolo di intermediario con boss di spicco detenuti. La donna ha dichiarato ai pm che il carabiniere avrebbe chiesto 1500 euro al suo compagno, il capomafia Giancarlo Buggea, quando questi era ai domiciliari.
Antonuccio, incaricato di controllare che Buggea rispettasse le prescrizioni imposte dalla misura, avrebbe in cambio chiuso un occhio sul comportamento del boss. Il nome del carabiniere ricorre, inoltre, in diverse intercettazioni dalle quali emergono anche suoi rapporti con una organizzazione di trafficanti di droga.
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