Aperto il dibattimento, ammessi tutti i testi e udienza aggiornata per sentire i primi tre poliziotti della lista, fra i quali il dirigente del commissariato di Canicattì, Francesco Sammartino. Il processo è quello a carico del tabaccaio Luigi Lalomia, 75 anni accusato di avere ucciso Mario Vincenzo Lauricella, meccanico sessantenne di Canicattì, preso a bastonate e investito con un furgone nell’ambito di un contrasto legato al futuro matrimonio dei loro figli. Lalomia, in particolare, prima dell’omicidio avrebbe tentato di impedire le nozze con insulti e minacce.
Lalomia è accusato anche del tentato omicidio della futura nuora che sarebbe stata salvata proprio da un gesto eroico del padre che, vedendo l’auto piombargli contro, l’avrebbe spintonata via evitando che anche lei venisse schiacchiata contro un muro. L’anziano, assistito dal suo difensore, l’avvocato Calogero Meli, nell’interrogatorio, aveva negato la ricostruzione in tutti i punti dicendo, in sostanza, che si era trattato di un incidente: la Cassazione, tuttavia, ha confermato l’arresto in maniera definitiva e la vicenda è approdata adesso in aula per il dibattimento. La prima sezione della Corte di assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, ha aggiornato l’udienza al primo luglio.
A decidere il rinvio a giudizio, lo scorso 2 maggio, è stato il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Miceli che, in seguito, ha rigettato la richiesta di scarcerazione e sostituzione della misura cautelare con quella degli arresti domiciliari. Fra le motivazioni quella secondo cui la scarcerazione sarebbe inopportuna dato che il luogo di lavoro dell’ex nuora dista solo 180 metri dall’abitazione dell’imputato.
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