Fra i truffati vi sarebbero stati un magistrato, all’epoca dei fatti in servizio al tribunale di Oristano, e almeno tre noti imprenditori agrigentini. Le vittime - dietro la falsa promessa di vendita di alcuni immobili a Roma, Milano e Palermo - sarebbero stati rispettivamente truffati per 243 mila euro, 534.850 euro, 31.300 e 28.400. Tutti soldi che gli imprenditori agrigentini hanno versato - stando all’accusa - nelle mani di Giorgio Girgenti, il quale, sempre a dire dell’accusa, spacciandosi per procuratore del barone Ferdinando La Lumia di Palermo, avrebbe promesso in vendita immobili, di fatto inesistenti e dei quali, comunque, non aveva la disponibilità.
Nell’ambito dell’inchiesta era stato coinvolto anche Daniele Gallo Cassarino, agrigentino di 46 anni, al quale si contestava di avere agito in concorso con Giorgio Girgenti. Imputati per truffa aggravata: Giorgio Girgenti, Ferdinando Lumia, Rosalia Governale e, appunto, l’agrigentino Daniele Gallo Cassarino che aveva scelto il rito abbreviato con conseguente separazione della sua posizione rispetto a quella degli altri imputati per i quali vi è stata richiesta di rinvio a giudizio. Al termine del giudizio abbreviato, in cui l’imprenditore D. G. si era costituito parte civile chiedendo il risarcimento di 534.850 euro, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Palermo, Lorenzo Iannelli, accogliendo la tesi del difensore, dell’avvocato Angelo Farruggia, secondo cui anche Daniele Gallo Cassarino era stato vittima di truffa, ad opera di Girgenti, per circa 20.000 euro ha assolto l’agrigentino quarantaseienne «per non avere commesso il fatto».
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