Agrigento si sveglia con la tragedia che ha visto coinvolto Angelo Melluso, 34enne agente di polizia in servizio alla sezione di Reggio Emilia. E sono tanti stamattina, da Nord a Sud, a piangere la morte del 34enne, descritto dagli amici come «persona con la testa sulle spalle». Melluso era in sella ad una moto, una Royal Enfield 400, che, per cause in corso di accertamento, è andata a sbattere contro il cordolo di cemento armato della carreggiata. Aveva il casco e, come riferito da chi lo conosceva, era molto prudente.
Proprio un amico di Porto Empedocle, Alessio, che lo aveva incontrato soltanto un giorno prima, ha ricordato questo aspetto: «Caro amico non mi hai raccomandato altro il giorno prima, la prudenza. Cosa è successo?». Massimiliano, un collega, lo ricorda come un «ragazzo umile e corretto, che aveva sempre un sorriso per tutti. È stato un onore lavorare con te, ci mancherai».
Amici, colleghi e conoscenti hanno iniziato a testimoniare, attraverso i social, tutto lo sconforto e la vicinanza alla famiglia. «Angelo era uno di noi, classe 1986, stesse scuole, stessi amici. Oggi te ne sei andato, riposa in pace», scrive Pasquale. «Vederti lì a terra, non sapendo che fossi tu…Non riesco a crederci!! Buon viaggio amico mio… troppi ricordi ho di te», scrive invece Francesco.
Angelo Melluso aveva prestato servizio fino ad alcuni mesi fa al Distaccamento polizia stradale di Catenanuova (in provincia di Enna) e poi era stato trasferito all'Rpc (Reparto prevenzione crimine) di Reggio Emilia. I colleghi della sezione in cui lavorava, appresa la notizia del decesso, sono rimasti increduli. L'Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale ricorda che «Angelo era molto stimato da tutti i colleghi per il suo carattere disponibile e affabile».
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