Il pm di Agrigento, Giulia Sbocchia, ha chiesto il rinvio a giudizio - l’udienza, davanti al gup Micaela Raimondo, è stata fissata per il 6 aprile - per i tre presunti componenti della banda che avrebbe, tra febbraio 2020 e agosto 2021, truffato oltre 150 persone. Utilizzando lo schema del «marketing multilevel» avrebbero ingannato, secondo l’accusa, con la promessa di un posto di lavoro in una fantomatica nuova base militare da realizzarsi a Punta Bianca ad Agrigento.
Si faceva chiamare «Cardinale vescovo di Monreale»
A monte di tutto, secondo gli inquirenti, vi sarebbe stato l’ideatore del sistema, Luciano Montemurro, 63 anni, di Favara, che nelle riunioni con i truffati si sarebbe presentato come «Cardinale vescovo di Monreale», una personalità di rilievo politico e sociale tale da poter, appunto, garantire assunzioni. Insieme a Montemurro avrebbero agito, secondo gli investigatori, due fratelli di Canicattì: Angelo e Diego Favata, 58 e 50 anni. Tutto sarebbe partito dalla denuncia di alcune vittime che si sono rivolte ai carabinieri, raccontando quanto stava accadendo.
Servivano 2.500 euro per saltare l'esame di assunzione
Sono state le intercettazioni poi ad accertare come i tre «mediante artefizi quali il millantato patrocinio di vertici dello Stato e la sostituzione di persona, la disponibilità di progetti edilizi, contratti, documenti e timbri falsi» avrebbero promesso 150 posti di lavoro a persone tra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. I truffati avrebbero versato somme a partire da 2500 euro per saltare l’esame di assunzione. Gli imputati hanno nominato come difensori gli avvocati Paolo Ingrao, Calogero Meli e Angelo Nicotra.
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