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Favara, morì cadendo in un dirupo: per il Tribunale fu colpa sua, niente risarcimento agli eredi

Il Palazzo dell'ex Provincia di Agrigento

L’ex Provincia di Agrigento non ha alcuna responsabilità per la morte del fabbro Salvatore Fallea, di Favara. Aveva 53 anni quando perse la vita, nel 2015, cadendo accidentalmente da un viadotto lungo una strada provinciale. Gli eredi avevano fatto causa, il tribunale di Agrigento ha rigettato la richiesta di risarcimento.

Fallea era precipitato da un viadotto in località Zingarello, ad Agrigento. Dalla ricostruzione effettuata nel corso della causa, come si legge in un comunicato dell'avvocatp dell’ente territoriale, è venuto fuori che era in stato di ebbrezza al momento della disgrazia. Nessuna responsabilità, comunque, della ex Provincia, oggi Libero consorzio comunale di Agrigento, sancita dal tribunale.

Gli eredi avevano chiesto il risarcimento in forza della mancata apposizione della barriera protettiva (guard rail) e dell’asserita omessa segnalazione del pericolo di caduta. L’ente, costituitosi in giudizio con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, riconduceva il tragico evento alla «condotta imprudente del danneggiato di percorrere a piedi, in stato di ebbrezza, una strada extraurbana destinata al solo uso veicolare e non pedonale e di sostare proprio in corrispondenza dell’apertura con l’evidente pericolo di caduta». Per l’avvocato Rubino, «tale condotta, unita allo stato psico-fisico alterato dello stesso, avrebbe interrotto ogni nesso di causalità tra lo stato di fatto, comunque adeguatamente segnalato, in cui versava la strada provinciale e l’evento dannoso».

Il Tribunale di Agrigento, condividendo le difese espletate dal difensore del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ha escluso la responsabilità in capo all’ente convenuto per il tragico evento evitabile, secondo il Tribunale, con una condotta rispettosa delle regole di cautela imposte agli utenti della strada. Con la medesima pronuncia, il Tribunale ha altresì condannato gli eredi del signor Failla al pagamento delle spese processuali in favore dell’ex Provincia di Agrigento.

La sparizione del fabbro sembrava inizialmente un mistero. Poi il suo cadavere venne notato da un carabiniere fuori servizio. Ad insospettirlo fu  l'utilitaria di Failla, lasciata peraltro con la radio accesa. Il militare bloccò la sua auto per dare uno sguardo intorno. Quando guardò dal ponte in basso, fece la macabra scoperta.

 

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