Sentenza annullata con rinvio per l’intera famiglia Lupascu, accusata del brutale omicidio a colpi di zappa e bastone dell’agricoltore trentasettenne Costantin Pinau, ucciso l’8 luglio del 2018 davanti alla sua abitazione a Naro. La prima sezione della Corte di Cassazione, accogliendo in parte i ricorsi degli avvocati Giuseppe Barba e Diego Giarratana, ha annullato le condanne inflitte in primo e in secondo grado a marito, moglie e figlio accusati anche del tentato omicidio della moglie di Costantin. I due uomini - Vasile Lupascu, 47 anni, e il figlio Vladut Vasile, 22 anni - erano stati condannati a 30 anni di reclusione nello stralcio abbreviato. Alla donna, che aveva scelto il rito ordinario, era stata inflitta una condanna a 22 anni di reclusione. Entrambi i verdetti sono stati adesso annullati (con rinvio) dalla Cassazione. Si assisterà, in sostanza, ad un processo-bis davanti ad un’altra sezione della Corte di Assise di appello di Palermo e, in particolare, si dovrà valutare la sussistenza delle doppie aggravanti inizialmente riconosciute: la premeditazione dell’omicidio e «dell’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa».
L’agguato, a colpi di zappa e spranga, avvenne mentre Costantin, insieme alla moglie, rimasta ferita nel tentativo di difendere il marito, e al figlio stava rientrando a casa dopo un battesimo. L’omicidio, come accertato dai numerosi testimoni sentiti al processo, fu preceduto da continui litigi e aggressioni reciproche fino alla rottura di uno specchietto da parte di Pinau all’auto di Vasile Vladut Lupascu.
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