Non soltanto il Comune di Agrigento è stato trascinato in giudizio per ottenere una condanna al risarcimento danni. Ma anche l’Asp di Agrigento. A farlo sono state le farmacie Luigia Trenta e Paolo Minacori e la Servizi autonomi per la medicina – Sam che chiedono, anche all’azienda sanitaria provinciale, un risarcimento danni per complessivi oltre 822 mila euro. Il risarcimento danni richiesto è per gli immobili di cui sono proprietari, facenti parte del condominio Crea Ovest del viale della Vittoria, che il 5 marzo del 2014 vennero sventrati dalla frana.
Una «frattura del terreno di fondazione del palazzo e dalla perdita di equilibrio del muro di sostegno per la frana del terreno retrostante di via Giovanni XXIIII, provocati - scrivono - dalle persistenti e numerose perdite idriche sia dalle vasche dell’ospedale San Giovanni di Dio, sia dall’impianto idrico comunale che si trova sempre in via Giovanni XXIII, tutti in cattivo stato di manutenzione». L’udienza davanti al tribunale di Agrigento, alla quale è stato convenuto anche il Comune di Agrigento, si terrà il 16 aprile prossimo. Le due farmacie chiedono la condanna al risarcimento danni per complessivi 795.714,22 euro; mentre la Sam chiede il risarcimento di 27 mila euro.
L’interesse dell’azienda sanitaria provinciale è quello di costituirsi in giudizio «per sostenere la correttezza dell’operato e chiedere il rigetto delle pretese avanzate», come scrivono dall’Asp. Il responsabile del Servizio legale dell’ente non potrà assumere l’incarico di difesa dell’Asp, motivo per il quale l’azienda sanitaria provinciale ha già deciso di conferire l’incarico professionale ad un avvocato esterno facente parte degli elenchi approvati.
L’importo dei danni di cui le attività chiedono il risarcimento a Palazzo dei Giganti non emerge invece negli atti del Comune. Il sindaco Francesco Micciché ha però già autorizzato la costituzione in giudizio dell’ente ed ha conferito l’incarico, per la rappresentanza e difesa, all’avvocato Antonio Insalaco che è il dirigente del primo settore.
Il crollo del 5 marzo del 2014 provocò l’evacuazione dell’intero palazzo. Una settantina di famiglie e svariate attività, per anni ed anni, furono sgomberate. Fra queste, appunto, le farmacie Luigia Trenta e Paolo Minacori e la Servizi autonomi per la medicina – Sam. Sotto accusa, per l’ipotesi di reato di disastro colposo, nel processo penale che si sta svolgendo dinanzi al giudice del tribunale di Agrigento Manfredi Coffari, c’è l’ex sindaco della città Marco Zambuto, oggi assessore regionale, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, e i tre presunti proprietari dei terreni di fronte al costone dei cosiddetti Palazzi Crea, le cui condizioni fatiscenti avrebbero provocato la frana.
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