Lavoravano «in nero» nonostante percepissero il reddito di cittadinanza. Tre i denunciati, alla Procura, dai carabinieri del Nil del comando provinciale di Agrigento. Tre cittadini che sono stati già segnalati all’Inps e dovranno restituire il denaro indebitamente incassato. Si tratta di 7.500 euro a testa per due indagati e di 1.300 euro per il terzo. I controlli del nucleo specializzato Ispettorato del lavoro sono stati effettuati a Santo Stefano Quisquina e a Canicattì. I militari hanno scoperto che in un panificio di Canicattì lavorava «in nero» un canicattinese di 56 anni, assieme alla moglie di 52 anni. Un uomo che s’era, di fatto, dimenticato di percepire il reddito di cittadinanza e che pertanto, adesso, dovrà rispondere dell’ipotesi di reato di false attestazioni. I carabinieri sono riusciti a ricostruire anche che l’uomo aveva indebitamente incassato, godendo del beneficio economico, ben 7.500 euro. Stessa, identica, cifra che ha ottenuto dallo Stato un altro canicattinese di 57 anni scoperto - sempre dai militari del Nil - a lavorare, senza alcun contratto e nonostante percepisse il reddito di cittadinanza, in un altro panificio della città. A Santo Stefano Quisquina, sempre i militari del Nil del comando provinciale hanno invece «pizzicato» un venticinquenne che, seppur incassando il reddito di cittadinanza, lavorava, naturalmente «in nero», con un’impresa edile. In questo caso, stando agli accertamenti e ai conteggi operati dagli stessi carabinieri del nucleo specializzato, il giovane dovrà restituire 1.300 euro.
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